Luigi Maria Vignali è sicuramente il funzionario più esperto e competente della Farnesina nel settore degli italiani all’estero. Nel 2016 era Vice Direttore Generale per gli Italiani all’estero e dal maggio 2017 è diventato Direttore Generale. Nei giorni scorsi lo abbiamo incontrato per un’intervista in occasione della sua visita al Consolato italiano di Basilea.
Direttore, la Svizzera è il quarto paese per consistenza dell’emigrazione italiana. Il primo è l’Argentina, secondo la Germania e terzo il Brasile. In quanto titolare delle politiche migratorie per gli italiani nel mondo come commenta questi numeri?
C’è una presenza italiana nel mondo che aumenta. Siamo oltre 7 milioni di italiani nel mondo. È una presenza importante che testimonia la nostra vitalità come Paese con tutto quello che abbiamo da offrire in termini di cultura, lingua, enogastronomia, moda, design e tante altre espressioni delle eccellenze italiane.
Gli italiani all’estero ci aiutano a diffondere questa italianità nel mondo. Nei Paesi che ha menzionato la presenza è particolarmente importante, però bisogna dire che gli italiani sono davvero dappertutto. Quindi in altri Paesi dell’America Latina, ovviamente nel Nord America, in Australia, Oceania e anche in Africa. E’ una presenza diffusa che continua a crescere e di cui siamo orgogliosi.
Nel nostro ultimo articolo abbiamo fatto riferimento al Decreto della Gazzetta Ufficiale: 200.000 connazionali iscritti all’Aire in più nel 2023 rispetto al 2022. Ovviamente ci sono anche molti che non sono ancora registrati. Cosa ne pensa della campagna mediatica sui giornali svizzeri, soprattutto in Ticino e Ginevra, contro il malfunzionamento dei consolati italiani e in Svizzera?
La trovo profondamente ingiusta. L’Italia in tutta la Svizzera, sia nel Canton Ticino che in questo Cantone che a Ginevra sta cercando di promuovere al massimo e di migliorare i servizi consolari. Non è semplice perché c’è un aumento della domanda molto consistente. Si pensi che, in particolare nel Cantone di Basilea, gli italiani sono aumentati del 10% negli ultimi anni.
A questo aumento della domanda di servizi noi cerchiamo di far fronte potenziando le strutture. A breve rafforzeremo i servizi del nostro Consolato qui a Basilea. È una richiesta crescente che noi cerchiamo di soddisfare al meglio, in maniera ordinata. Siamo costruendo un percorso virtuoso che credo porterà risultati in breve tempo.
Molto bene! Qual è la visione della DIGIT per la rete consolare, soprattutto nei paesi come l’America Latina? In questo caso la Svizzera dove il numero di connazionali aumenta anno dopo anno gli impiegati in alcuni casi diminuiscono…
Intanto vogliamo invertire questa tendenza. Quindi vogliamo che anche gli impiegati aumentino, a cominciare da quelli inviati da Roma. Ci saranno finalmente delle assunzioni. Bisogna considerare che per molti anni non si sono fatti concorsi al Ministero degli Esteri, così come negli altri ministeri italiani. Invece assumeremo a breve funzionari che potranno essere mandati all’estero, poi rafforzeremo le sedi con personale assunto localmente, come accadrà qui a Basilea. Ci sono realtà, come questa circoscrizione, che ha raggiunto ben 113.000 connazionali, con un numero insufficiente di impiegati. In una città di 195.000 abitanti, le dimensioni della collettività italiana ci fa riflettere, perché indica una presenza sempre più capillare e più importante dell’Italia. Ovviamente come dicevo occorre far fronte alla maggiore richiesta di servizi consolari.
In ogni caso credo che il livello di inclusione e di integrazione raggiunto dagli italiani in Svizzera sia pienamente maturo. Ora possiamo affrontare insieme agli svizzeri le sfide del futuro.
Direttore Vignali. Il consolato di Basilea da meno di un anno è diretto da una nuova console?
Sì, un impegno non indifferente. Vogliamo sostenerne il mandato, sia attraverso un aumento del personale che grazie a un proficuo interscambio con altre sedi in Svizzera. Penso a contratti ad hoc o impiegati che possano venire per un periodo di tempo determinato a Basilea, vista la mole di lavoro. Così come cerchiamo di rafforzare ogni sede che va sotto pressione.
Ultima domanda, sul nostro ruolo, di italoBlogger. Noi vogliamo dare massima informazioni, perché vanno sensibilizzati anche i connazionali. Lei cosa ne pensa? Le faccio un esempio. I doppi cittadini, come me, molti vanno al comune svizzero per notificare il cambio di residenza, dimenticando di informare anche il Consolato italiano, del quale si ricorda del passaporto solo quando bisogna rinnovarlo.
Direi che i connazionali vanno in primo luogo sempre coinvolti, penso alla funzione dell’associazionismo che risponde anche a questa missione. Voglio invitare gli italiani a sentirsi parte di una rete, che vogliamo continuare in qualche modo a fortificare, qui in Svizzera come in altri Paesi. E poi in consolato non si fanno solamente i passaporti, ma è il luogo dove registrare l’atto di nascita, lo stato civile, l’anagrafe, dove ricevere assistenza per chi si trova in difficoltà, dove svolgere tante altre pratiche. Capisco che il passaporto è sicuramente il documento più importante, il documento principale. Non dobbiamo inoltre sottovalutare l’importanza della carta d’identità elettronica, perché consente di viaggiare in Europa e permette anche attraverso un chip di accedere ai Portali della pubblica amministrazione italiana.
Direttore Vignali, grazie e buon lavoro!