On. Billi: “Sulle sanzioni Aire al governo chiedo …”

Intervista all’Onorevole Simone Billi (Lega), Capogruppo Lega in Commissione Esteri, Presidente Comitato Italiani nel Mondo. Il tema affrontato nell’incontro con il giornalista Carmelo Vaccaro verte sulle sanzioni per gli italiani all’estero non iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire). (Credit italoBlogger/wikipedia)

La notizia che sta circolando su tutte le agenzie riguardo alla mancata iscrizione all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) ha creato confusione tra diverse persone, alcune delle quali potrebbero essere iscritte all’AIRE ma non ne sono consapevoli o non lo ricordano.

L’AIRE è un registro che tiene traccia degli italiani residenti all’estero. Gli italiani che trasferiscono la loro residenza all’estero sono tenuti per legge ad iscriversi all’AIRE presso il consolato o l’ambasciata italiana del luogo di residenza all’estero, come indicato sul sito Fast.It: https://serviziconsolari.esteri.it/ScoFE/index.sco. Questa registrazione è fondamentale per garantire la continuità dei diritti e delle prestazioni sociali per gli italiani che vivono all’estero.

Se alcune persone risultano non iscritte o se si verificano problemi legati all’AIRE, potrebbe essere utile verificare direttamente con il consolato o l’ambasciata italiana nella zona interessata per ottenere informazioni più aggiornate e precise sulla situazione. Purtroppo, si verifica anche che non tutti sanno cos’è l’AIRE e lo scoprono solo quando richiedono i servizi consolari, ai quali non hanno diritto di accedere chi non è iscritto all’AIRE.

Abbiamo chiesto spiegazioni all’On. Simone Billi, Parlamentare eletto all’estero, che recentemente ha chiesto maggiore flessibilità sulle sanzioni previste dalla normativa. 

On. Billi, cosa ha ottenuto dal suo intervento in merito alle sanzioni previste da questa normativa scaturita dalla Legge di Bilancio 2024?
Come ho dichiarato in aula, ho chiesto al Governo di emanare un atto amministrativo per chiarire i criteri secondo cui i Comuni devono determinare l’importo della sanzione da comminare agli italiani residenti all’estero che non si iscrivono all’AIRE. La Legge di Bilancio ha introdotto una sanzione tra i 200 ed i 1.000 euro per ogni anno di mancata iscrizione all’AIRE, fino ad un massimo di 5 anni, a carico di coloro che non rispettano l’obbligo di iscrizione. La scelta dell’importo della sanzione è in capo ai Comuni. Inoltre, ho chiesto al Governo di chiarire in modo inequivocabile che questa nuova norma non è retroattiva e non si applica a coloro che si sono trasferiti all’estero negli anni passati, ma solo a coloro che lo fanno a partire da gennaio 2024. Ribadisco l’importanza di prevedere un congruo periodo transitorio, poiché è molto più difficile per i nostri connazionali all’estero informarsi sulle nuove leggi.

On. Billi, perché il governo ha recentemente emanato un provvedimento del genere? Ha questa decisione c’è una connessione con lo scambio d’informazioni tra l’Italia e l’Europa?
Non penso ci siano collegamenti tra Italia e Europa per questa nuova norma. Il Ministero abbia voluto chiarire cosa succede a chi non si iscrive all’Aire pur vivendo e lavorando all’estero, anche in considerazione della riforma sui frontalieri. 

Ci sono connazionali che emigrano con una missione a tempo determinato di 2 o 3 anni. Consiglia di iscriversi subito appena arrivati nelle nuove destinazioni, oppure non è necessario?
Certo, chi vive e lavora più di 1 anno fuori dal nostro Paese, si deve iscrivere all’Aire.

Quali sono le ragioni più frequenti per cui i connazionali potrebbero non iscriversi all’AIRE? Potrebbe essere una mancanza di benefici immediati percepiti, la percezione di complicazioni fiscali o semplicemente il disinteresse?
le ragioni per cui una persona che vive e lavora all’estero può pensare di non iscriversi all’aire, sono sostanzialmente due:

  1. si perde l’assistenza sanitaria nazionale in Italia. Questo perché il SSN è pubblico, cioè viene finanziato con le tasse dei cittadini che vivono e lavorano in Italia
  2. si paga l’IMU sulla prima casa in Italia come se fosse seconda casa. A riguardo sto lavorando anche con gli altri colleghi parlamentari eletto nella Circoscrizione Estero, per convincere il governo a eliminare questa ingiusta tassa.

 Grazie all’On. Simone Billi per questi chiarimenti e, per concludere, mi sento di dire che, se vogliamo rivendicare i diritti, bisogna anche rispettare le leggi.
Carmelo Vaccaro