“A sopportare chi presiede Comites e CGIE ci vuole calma e sangue freddo”. Gerardo Petta, membro del Comites di Zurigo attacca a muso duro: “La notizia che non ci saranno le elezioni per il rinnovo dei Comites e del CGIE nel 2020, ha reso felici i vari presidenti di questi organismi della comunità italiana all’estero. Pertanto, potranno restare incollati alla poltrona per almeno un altro anno (e forse per tanti altri ancora) come ha riferito lo scorso 8 novembre a Zurigo il Sen. Petrocelli (M5S), presidente 3ª Commissione permanente (Affari esteri, emigrazione)”.
“Inoltre – aggiunge – hanno un costo esagerato, circa 25 milioni di Euro per i 5 anni del loro mandato. Nonostante la proroga di circa 6 mesi, alle ultime elezioni ha votato solo il 3% degli aventi diritto (in poche parole 4 gatti). Dire che i Comites e il CGIE rappresentano la comunità italiana all’estero è una presa per i fondelli. I giovani non sanno proprio della loro esistenza”.
Il problema per Gerardo Petta è chi li presiede (con le dovute eccezioni): “Sono sempre le stesse persone, in carica da diversi lustri e per alcuni, addirittura, dalla loro istituzione, avvenuta circa 30 anni fa”.
Per il consigliere del Comites di Zurigo “non si occupano di portare avanti le vere problematiche che interessano a chi vive oltre confine, per esempio IMU, TASI, TARI e canone RAI. I loro sforzi si indirizzano a organizzare le più svariate conferenze, per quanto lodevoli, ma non essenziali e prioritarie alla collettività. Inoltre, durante i loro periodici incontri con Ambasciatori e Consoli, si mostrano sempre accomodanti verso chi rappresenta le Istituzioni, senza far loro pervenire le vere lamentele dei connazionali”.
L’altra critica che Gerardo Petta la rivolge a Comites, CGIE e parlamentari eletti nella Ripartizione Europa è quella “per non essersi impegnati al massimo nei confronti di quei pensionati, truffati dei risparmi di una vita dal responsabile del patronato INCA-CGIL di Zurigo? Forse, perché il suddetto istituto appartiene alla stessa famiglia del PD?”.
Gerardo Petta auspica che “I Comites e il CGIE, se proprio volessero continuare a esistere, dovrebbero essere a costo zero, e sostituiti da un nuovo Organo dell’emigrazione, con i futuri membri, per esempio, scelti dai vari partiti presenti nel Parlamento italiano”.
L’ultimo rilievo posto da Petta è la riduzione dei parlamentari eletti all’estero: “Peggiorerà la situazione, perché se con 18 non si è riusciti a far niente per la comunità italiana, figuriamoci con 12. A questo punto, eliminiamoli del tutto, dato che finora non hanno lasciato nessuna traccia significativa del loro operato, tranne quella di aver, egregiamente, scaldato gli scranni del parlamento, da bravi soldatini di partito”.
E conclude con un sorta di appello: “Non ci resta che munirci di una enorme pazienza, ma in particolar modo come sottolineano le parole di un brano musicale: “Ci vuole calma e sangue freddo”, a sopportare chi presiede Comites e CGIE”.
[one-third-first][/one-third-first]
[one-third][/one-third]
[one-third][/one-third]