Passannante: “Sono un investigatore del mondo”

passannnateIntervista con il prof. Gerardo Passannante, insegnante, poeta e scrittore. Originario di Salerno, vive in Svizzera da oltre 40 anni. Il 17 ottobre all’Università di Zurigo presenterà il suo nuovo libro L’ora della mezzanotte.

L’ora della mezzanotte è l‘ultimo importante lavoro letterario del prof. Gerardo Passannante. 15 racconti con alcuni personaggi fantastici, storici o metastorici. Prima insegnante di storia e filosofia al Liceo Vermigli di Zurigo, ora scrittore e narratore. Non appena ha recuperato la piena libertà e la completa padronanza del suo pensiero e del proprio tempo, è tornato a cimentarsi con i grandi temi della vita. A presentare il libro è stato a Bologna la fine di settembre e sarà all’Università di Zurigo (Rämistrasse 71) il 17 ottobre (ore 18.15).

Professore, L’ora della mezzanotte è un libro di filosofia o di letteratura?
Non so concepire un’opera narrativa o poetica che non sia al tempo stesso anche filosofica. La cosiddetta “estetica cognitiva” del mio procedere non tende all’evasione o all’intrattenimento, ma a investigare criticamente il mondo. Il mio è cioè un approccio filosofico, condotto non con gli strumenti della pura razionalità, ma in maniera letteraria, con personaggi, dialoghi, monologhi e affondi psicologici, ed esprimendo i contenuti in una scrittura adeguata, che resta comunque la cifra distintiva di uno scrittore.

È partito da Adamo, da molto lontano per tracciare percorsi e lezioni di vita…
La Bibbia, che col suo formidabile peso ha condizionato tutta la storia, ha consegnato alla tradizione anche il racconto della cacciata di Adamo dall’Eden. Il mio personaggio, invece, offre la sua versione di come andarono le cose. E assumendo orgogliosamente la condanna, prende su di sé la “colpa” di aver perseguito la conoscenza contro l’ignoranza, la libertà contro l’ebete sottomissione a un ordine assurdo. E Eva, con un atto di amore, smette di essere la bambolina abbindolata, e riscatta la donna dallo stato di subordinazione in cui giace da secoli.

In quale mondo viviamo, in quello illusorio e fittizio oppure nell’unico mondo possibile?
Ogni giorno vediamo in televisione personaggi sulla cui esistenza non nutriamo dubbi, e che appaiono contemporaneamente in milioni di case, senza però muoversi dal loro studio. Sono solo delle immagini, eppure noi le scambiamo per “realtà”. Invece ogni impressione proveniente dal mondo esterno viene filtrata dalla nostra coscienza e dalla nostra sensibilità. Sicché, mentre quello esterno è un mondo illusorio, reale è solo il mondo come ognuno lo sperimenta per sé.

Internet sicuramente ha annullato le distanze, quindi parte significativa della realtà materiale…
È un discorso che richiederebbe molto spazio. Semplificando posso dire che i concetti di verità e realtà sono equivoci, e poggiano su un accordo convenzionale. Da tempo eravamo abituati a ritenere reale quanto ci arrivava su onde diaboliche. Con internet la “mistificazione” si è accentuata. Eppure anche le immagini che ci arrivano sullo smartphone sono solo impulsi, che l’apparecchio ci offre come reali. Ma così come basta spegnerlo perché l’illusione svanisca, analogamente, quando spegneremo il pensiero svanirà per noi anche la realtà materiale.

Ma quand’è che scocca l’ora della mezzanotte per ognuno di noi?
Secondo Pirandello l’uomo è costretto dalla sua posizione sociale a indossare più maschere. Io aggiungo che però nella vita giunge l’ora del disvelamento, in cui ognuno è costretto a toglierle, per scoprire senza menzogna e ipocrisia il proprio volto più autentico. È un’ora di “epifania” e di radicale trasformazione, che può avvenire in momenti diversi, per un episodio emblematico, una svolta cruciale, un incontro, anche se nella maggior parte dei racconti “l’ora della mezzanotte” coincide con quella che precede la morte.