In tutti i Paesi dell’Unione europea è stata celebrata la “Giornata europea degli antibiotici” nell’ambito della Settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dal 18 al 24 novembre 2020.
Questi gli slogan della campagna di sensibilizzazione 2020: “Antimicrobici: maneggiare con cura” applicabile a tutti i settori e “Uniti per preservare gli antimicrobici” destinato al settore umano.
L’uso inappropriato o eccessivo degli antimicrobici rappresenta la causa principale dello sviluppo di organismi patogeni resistenti. Gli ultimi dati confermano che il numero di pazienti infettati da batteri resistenti è in aumento.
E tutte le autorità sanitarie nazionali nella battaglia contro il Covid-19 hanno predisposto un prontuario medico in cui non figurano gli antibiotici, perché il Covid è un virus e non un batterio.
In Italia nelle cure in casa contro il coronavirus vengono indicati paracetamolo, antinfiammatori, cortisone ed eparina. E’ raccomandato severamente: niente antibiotici.
Idem la Svizzera. Sul sito dell’Ufficio federale della sanità sotto il titolo Trattamento della malattia è scritto: “Una malattia da nuovo coronavirus non può essere guarita con gli antibiotici, perché non hanno alcun effetto contro i virus, ma solo contro i batteri”.
All’iniziativa mondiale per l’uso prudente degli antibiotici dell’OMS la Svizzera aderisce dal 2017. Ancora oggi nella Confederazione Elvetica circa un terzo della popolazione ritiene che gli antibiotici distruggano i virus. Ma non è così.