Gli ultimi dati forniti dall’Ufficio federale della sanità pubblica sono in linea con quelli degli altri Paesi dell’Unione Europa. Si registra una stabilizzazione dei contagi seguita da un lieve calo come in Germania, Francia, Spagna e la stessa Italia.
Dall’inizio della pandemia, la Svizzera ha registrato 280 mila casi confermati e 3.377 morti. Oltre il tre per cento della popolazione ha contratto il Covid e un rapporto tra test eseguiti e casi registrati che ha toccato anche il trenta per cento.
Durante la seconda ondata è stata superata più volte la soglia dei 10 mila contagi giornalieri su una popolazione di 8,5 milioni di abitanti Ecco perché la Svizzera è stata definita la malata d’Europa.
Pur in lieve calo, l’allarme per l’epidemica resta molto alto. 6.114 contagi e 85 morti nelle ultime 24 ore Coronavirus. Nel corso dell’ultima conferenza stampa tenuta dagli esperti Virginie Masserey (Capo della sezione contro le infezioni dell’UFSP) e Andreas e Stettbacher (Ufficiale medico più anziano dell’esercito svizzero, rappresentante del Consiglio federale per i servizi medici coordinati) è stato rivelato un altro dato preoccupanti: Reparti intensivi al limite.
“Ma grazie all’intervento dell’esercito i posti in terapia intensiva sono stati portati a 1.100 ma la capacità è già all’80%”. “Resta libero quindi il 24 per cento di tutti i letti per pazienti acuti e il 21 per cento per la terapia intensiva”. Un affollamento che porta a “posticipare interventi e cure non urgenti”.
Chiamati l’esercito e la protezione civile a soccorrere gli ospedali, il ruolo di Andreas Stettbacher è di primo piano, perché è autorizzato a trattare direttamente con le autorità civili e militari della Confederazione e dei Cantoni.
I compiti dell’esercito consistono nel sostenere le strutture ospedaliere civili nel settore delle cure di base e delle terapie, nell’aiutare gli ospedali cantonali ad accrescere le capacità delle loro unità di cure intense e nel trasportare pazienti contagiosi. I soldati sanitari e d’ospedale, che dispongono di una formazione militare riconosciuta dalla Croce Rossa, potranno in particolare sgravare il personale infermieristico da alcuni compiti per consentire loro di concentrarsi sui casi gravi.