Mario Biondi chiude a Zurigo il Festival Jazz No Jazz

biondiMario Biondi tra gli ospiti di questa edizione del Festival Jazz No Jazz al Teatro Gessnerallee di Zurigo il 4 novembre. Il cantante dall’anima soul jazz proporrà i suoi brani più noti e alcuni del nuovo disco. La nostra intervista.

Per quasi vent’anni il crooner soul italiano Mario Biondi ha spaziato con la sua voce scura e fumosa dallo swing di Broadway all’R’n’B fino al soul e al funk. Lou Rawls e Isaac Hayes sono tra i suoi idoli, ma anche Al Jarreau e Chaka Khan, come Biondi, avevano una predilezione per le sonorità appetibili degli anni ’70. Il 4 novembre sarà ospite del Festival Jazz No Jazz al Teatro Gessnerallee di Zurigo.

Cinque anni dopo il suo ultimo concerto a Jazz No Jazz, il cantautore siciliano chiude il festival di quest’anno. Sabato 4 novembre tornerà sul prestigioso palco del Teatro Gessnerallee, con un assaggio di alcuni brani del nuovo album uscito lo scorso 29 settembre (label Beyond, distribuzione Sony Music Italy, distribuzione digitale The Orchard). Ad accompagnarlo sul palco la sua ormai storica band di sei elementi.

Il cantante dall’anima soul jazz proporrà i suoi brani più noti e alcuni del nuovo disco. Un progetto incentrato sul repertorio e sullo stile crooning che vedrà l’inconfondibile voce di Biondi al centro di un’atmosfera calda e intima.

Crooning Undercover
L’album apre un nuovo capitolo della carriera di Biondi. Per la prima volta infatti Biondi, il crooner italiano per eccellenza, dedica un intero progetto allo stile che ha ispirato la sua carriera con un mix di cover e inediti, impreziositi dalla presenza di tanti amici e protagonisti del jazz italiano e internazionale tra cui Paolo Fresu, Stefano Di Battista, Rosario Giuliani, Francesco Cafiso.

La tracklist è composta da rivisitazioni di celebri brani del repertorio internazionale e inediti. Dopo l’omaggio a Burt Bacharach con la versione speciale di “My Favourite Things” con Stefano Di Battista, è stata la volta di “Fool for Your Love” con Franco Luciani, l’armonicista più influente della scena argentina.

Perché “My Favourite Things”?
«Il brano mi piace da sempre, è stato declinato in chiave jazz da grandissimi artisti come Coltrane. Ma la versione alla quale sono particolarmente legato è quella di Al Jarreau, che mi ha segnato parecchio. Mi è piaciuto rifarla in una forma quasi afro».

Nel video ci sono tutti i tuoi 9 figli…
«All’inizio non avevo pensato di coinvolgere i miei figli, non volevo dare troppa visibilità ai miei piccoletti. Però mi ha appassionato l’idea di averli con me in questo momento, di avere un documento, una fotografia di questa età e mi sembrava coerente con l’originale del cult “Tutti insieme appassionatamente”. Si sono divertiti, hanno giocato, a un certo punto si sono anche stufati, ma è tutto abbastanza spontaneo».

Tu vivi in Emilia Romagna ma sei Siciliano….
«L’Italia è bella tutta, ma devo dire che in Emilia la gente è molto accogliente e mi sento a casa».

Come vedi la Sicilia?
«Migliorata, ma un po’ troppo omologata a linguaggi americani o nordeuropei. Noi siamo cultura da che il mondo è vivo. E abbiamo portato cultura nel mondo. Sono un grandissimo sostenitore della mia terra, tanto che il nuovo disco è stato registrato a Palermo».

Quanto contano le radici?
«Sono la forza che non ci può lasciare mai, perché sono l’educazione, la famiglia. E la mia famiglia è siciliana dall’anno Mille, sono di origine normanna».

Cosa proporrai durante il concerto di Zurigo? Ci saranno brani del nuovo album uscito lo scorso 29 settembre «Crooning Undercover»? 
Si alcuni brani del nuovo album non mancheranno ma poi ci saranno brani del mio repertorio in chiave Jazz.

Ti accompagnerà la tua storica band di sei elementi?
Assolutamente sì, ci saranno Abiano Petrullo al sax,
Fabio Buonarota, tromba, David Florio, chitarra, flauti e percussioni, Massimo Greco al piano, Federico Malaman al basso ed Enrico Santangelo, percussioni.

Tante le tue collaborazioni con artisti internazionali, da Incognito, Ray Charles, Chaka Kahn, Al Jarreau, Bacharach naturalmente, ma anche italiani, da Renato Zero ai Pooh, Pino Daniele, Claudio Baglioni…
Per me tutte le collaborazioni o i duetti sono importanti. Hanno arrichito tantissimo la mia esperienza e rafforzato il rapporto con tanti colleghi.

E chi ti manca?
Mi piacerebbe molto lavorare con Michael McDonald. Lo stimo molto e mi piace il suo stile.

Info concerti | Prevendita | Sito ufficiale artista