Ma il Sommo Poeta era di destra?

Il film biografico di Pupi Avati (Lui mi parla ancora) che narra la vita del Sommo Poeta Dante Alighieri, uscito nell’autunno scorso fa discutere la politica italiana. Dante era di destra? Così la pensa il neoministro della Cultura San Giuliano.

Il film racconta la vicenda umana di Dante Alighieri, fra i grandi certamente il più grande e il più noto nel mondo. Dante, nato a Firenze nel 1265, è morto in esilio a Ravenna nel 1321 mentre la sua fama, grazie alla divulgazione della Commedia, si è diffusa ovunque.

Ma perché se ne parla proprio in questi giorni in Italia, quando il film è uscito nelle sale cinematografiche a settembre dell’anno scorso? Perché a Milano, in occasione dell’avvio della campagna elettorale per le elezioni regionali, in un evento organizzato dal partito del premier Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano ha sorpreso tutti con queste parole: “Il fondatore del pensiero di destra in Italia è stato Dante Alighieri. La destra ha cultura, deve solo affermarla”.

La reazione del mondo della politica è stata immediata e sorpresa: “Ma si può?”. Il regista del film sul Sommo Poeta, Pupi Avati, che si è documentato per un lungo periodo prima di mettersi all’opera sulla vita di Dante Alighieri, cerca di spegnere il fuoco: “E’ un’affermazione anacronistica, visto che parliamo di 700 anni fa”. Nel film con Sergio Castellitto (Giovanni Boccaccio) e Alessandro Sperduti (Dante Alighieri), Pupi Avati ha prudentemente evitato ogni accostamento politico. E tale deve restare, per il regista.