Tutta la stampa italiana parla di 4 scienziate italiane tra le prime cento al mondo. Ma sono cinque. Nessuna testata cita Mara Salvato, di Padova, emigrata in Germania. Al ventesimo posto della classifica di Research.com l’epidemiologa oncologica italiana Silvia Franceschi del Centro di Riferimento oncologico di Aviano, al 62esimo posto Speranza Falciano, dell’Università Sapienza di Roma, al 70esimo l’epidemiologa Eva Negri dell’Università di Bologna, al 77esimo posto Mara Salvato, astrofisica espatriata in Germania (Max Plank Society di Monaco di Baviera), all’85esimo posto Silvia G. Priori, docente di cardiologia dell’Università di Pavia.
Questa classifica di Research.com delle migliori scienziate del mondo comprende le principali scienziate provenienti da tutte le aree chiave della scienza. Si basava su un’analisi dettagliata di 166.880 profili.
I criteri di accettazione per gli scienziati da scegliere nella classifica mondiale delle migliori ricercatrici si basano sull’H-index, il tasso dei contributi forniti all’interno di un’area di ricerca esaminata più anche sui premi e riconoscimenti delle studiose. Nella classifica vengono visualizzati solo i migliori 1000 scienziati con l’indice H più alto.
Poiché l’obiettivo principale è garantire che solo i ricercatori confermati siano inclusi nella classifica, i numeri non debbano mai essere intesi come un sistema assoluto per quantificare il lavoro degli studiosi.
L’iniziativa nasce per valorizzare il ruolo delle donne in un settore prevalentemente maschile. L’obiettivo è contribuire a fornire maggiori opportunità e pari opportunità alle donne nella scienza.
Nei primi posti le americane JoAnn. E. Manson (Harvard), Virginia M. Y. Lee (Università della Pennsylvania), Tamara B. Harris (Istituto nazionale della salute). La prima europea è l’inglese Cornelia M. van Dujn Università di Oxford) e l’olandese Dorret. I. Boomsma (Università libera di Masterdam).