In Svizzera nei consolati in dubbio il servizio notarile

Corre voce che si voglia abrogare o diminuire drasticamente il servizio notarile nella rete diplomatica in Svizzera. Quali sarebbero le ripercussioni negative di questo importante servizio per gli italiani in Svizzera? (credit Saig)

Attualmente, in alcune sedi consolari in Europa come in Austria, Belgio, Lettonia e Germania, in attuazione dell’art. 28 del D.Lgs. 71/2011 e successive modifiche, gli Uffici consolari non esercitano le funzioni notarili già dal 2012.

Questo orientamento normativo si basa principalmente sull’esistenza di convenzioni bilaterali o multilaterali che hanno eliminato la necessità di legalizzazione o Apostille per gli atti provenienti da tali Paesi, e in secondo luogo sul fatto che i Notariati presenti in tali Paesi hanno aderito all’Unione Internazionale del Notariato (U.I.N.L.), elemento ritenuto idoneo a garantire la presenza in loco di servizi notarili adeguati.

Per quanto riguarda la Svizzera, benché non faccia parte della Comunità Europea, potrebbe adeguarli in tal senso.

Non è detto che sia un passo negativo poiché ogni cittadino italiano potrebbe rivolgersi a qualsiasi Notaio svizzero, ma rimane comunque essenziale l’abolizione dell’Apostille, che è la conferma amministrativa delle funzioni del Notaio svizzero. Rimane da capire se i costi dei servizi erogati dai notai svizzeri siano in linea con quelli consolari. In Svizzera, l’Apostille, la Legalizzazione di sigillo e firme ufficiali, vengono apposte a livello cantonale.

Tale circostanza è anche giustificata dal fatto che se il servizio sia sospeso, le risorse professionali potrebbero essere utilizzate per migliorare altri servizi consolari, come i passaporti e le carte d’identità ed altro.

Per avere efficacia in Italia, gli atti dovranno comunque essere tradotti se non predisposti in lingua italiana.

Il provvedimento prevede inoltre che il Capo dell’Ufficio Consolare continui in ogni caso a ricevere, su richiesta dei cittadini italiani, testamenti pubblici, segreti o internazionali.

Egli può inoltre ricevere – previa verifica dell’oggettiva e documentata impossibilità da parte del connazionale di rivolgersi a un notaio in loco – atti che rivestono carattere di necessità e urgenza, quando il ritardo potrebbe causare pregiudizio al cittadino.

È pertanto consigliabile far predisporre dal notaio italiano rogante il testo completo della procura da esibire al notaio svizzero al fine di consentire a quest’ultimo di procedere alla mera autenticazione notarile della firma o comunque a redigere l’atto nel modo più conforme possibile.

Si ricorda che se l’atto fosse redatto dal notaio svizzero nella sola lingua francese/tedesco o dovesse contenere la formula di autenticazione in lingua francese, questo deve essere tradotto in italiano per la sua validità in Italia. La traduzione deve essere eseguita da un traduttore con firma depositata presso il Consolato di competenza e legalizzata.

Abbiamo chiesto al Segretario Generale del CGIE, Michele Schiavone, alcune precisazioni nel caso in cui la Svizzera si allineasse alle nazioni sopra elencate: 

Segretario Schiavone, come valuta la possibilità della sospensione del servizio notarile nelle sedi diplomatiche in Svizzera?
Ho avuto modo di acquisire i pareri di molte associazioni e connazionali, i quali hanno manifestato una diffusa contrarietà verso questa proposta. Quest’ultima, tra l’altro, non tiene conto della specificità svizzera, né delle differenze legislative esistenti tra i 26 cantoni. Tra la Svizzera e l’Italia, per 50 anni, sono stati applicati accordi bilaterali iniziati nel 1974, che solo recentemente sono stati riformati dal Governo Draghi. Dal 1974, i rapporti tra la Svizzera con sindacati, associazioni e attori dell’emigrazione sono migliorati, Questo importante risultato, ultimamente sembra non godere della giusta considerazione; perciò, questa richiesta appare priva di fondamento, poiché i diretti interessati sono stati esclusi.

Cosa farà il CGIE se questa decisione venisse confermata?
Il CGIE, che è l’organo consultivo eletto dagli italiani all’estero, ha il dovere di difendere le nostre comunità. In risposta a questa proposta, organizzerà iniziative con i Comites e i principali attori delle rappresentanze degli italiani in Svizzera, al fine di individuare proposte alternative che possano semplificare e contribuire al miglioramento dei servizi dalla rete diplomatica in Svizzera.

Grazie al Segretario Generale, Michele Schiavone per la sua disponibilità. La SAIG rimarrà vigile sull’argomento e continuerà ad aggiornare sui nuovi sviluppi.