«I nonni possono riabbracciare i nipoti»

Direttore della divisione Malattie trasmissioni dell’Ufficio federale della sanità pubblica svizzera per dodici anni fino alla pensione scattata il 31 marzo, Daniel Koch dal 1. Aprile 2020 è delegato dell’UFSP per la COVID-19 per fornire consulenza e sostegno all’UFSP e a rappresentarlo in pubblico.

Appena andato in pensione il 31 marzo 2020, Daniel Koch il giorno dopo, il primo aprile, ha assunto l’incarico di delegato dell’UFSP per la COVID-19 per fornire consulenza e sostegno all’UFSP e a rappresentarlo in pubblico.

Alla Direzione della divisione Malattie trasmissioni dell’Ufficio federale della sanità pubblica, gli ha succeduto Stefan Kuster, professore in medicina con abilitazione all’insegnamento universitario e doppia specializzazione in medicina interna generale e in infettivologia.

Per il governo elvetico a parlare di Coronavirus continuerà Daniel Koch. Lo ha fatto con un’intervista al mensile svizzero dedicato ai nonni Grosseltern: «Oggi si può dire con abbastanza sicurezza che i bambini non sono grandi portatori del virus. E che di rado si ammalano. Naturalmente i nonni sono contenti di non doversi preoccupare per i nipoti. Ma questo significa anche che potete di nuovo prendere in braccio i vostri nipoti».

«Ma per piacere – sottolinea nell’intervista – non bisogna subito di nuovo accudire i bambini, perché il problema sono i genitori. Di solito sono loro a trasmettere il virus, non i bambini. Ma sono i nonni ad essere a rischio. Perciò si possono abbracciare di nuovo i bambini piccoli, purché ci si mantenga a distanza dalla generazione di mezzo».

«Per questo diciamo che le generazioni dovrebbero continuare a tenersi separate. I nonni dovrebbero andare a passeggiare da soli, ma hanno il permesso di tenere in braccio i loro nipoti. Non rischiano nulla».

«Vale però – precisa Koch – la pena aspettare un po’ perché se le cose continueranno a evolvere come sono andate nelle ultime settimane, il rischio sarà sempre minore».

E gli specialisti cosa dicono? La scienza in questo momento non è in grado di dire che questo possa essere fatto in sicurezza. Pur se i più piccoli hanno un decorso della malattia più lieve, è presto per stabilire se davvero non possano essere vettori di contagio.