I Paesi europei allentano le restrizioni dopo la fase acuta dell’emergenza Covid-19. Riaprono le attività produttive e commerciali, si intensificano i trasporti. Ma quando si potrà tornare a viaggiare da un Paese all’altro?
Per arginare la diffusione del virus, dal 16 marzo la Commissione europea ha raccomandato agli Stati membri di applicare una restrizione temporanea per i viaggi non essenziali da paesi terzi verso l’UE.
In seguito all’approvazione da parte dei leader dell’UE, tutti gli Stati membri dell’Unione (ad eccezione dell’Irlanda) e tutti i paesi dell’area Schengen (Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera) hanno cominciato ad applicare le restrizioni temporanee per i viaggi non essenziali nell’UE fino al 15 maggio.
Nel corso di questa crisi sono stati garantiti che i farmaci, i dispositivi di protezione e altre merci potessero raggiungere gli ospedali, gli studi medici e le case di cura. Così come il personale sanitario, diplomatici e scienziati impegnati contro il Coronavirus.
Ora, tutti i cittadini vogliono sapere quando riapriranno le frontiere. Si procederà a tappe: prima all’interno dell’Unione europea e poi con gli Stati Schengen.
Tutti i ministri della giustizia e degli affari interni dell’Unione europea e degli Stati Schengen ritengono di andare ad un allentamento progressivo dei controlli alle frontiere, ma per farlo bisogna coordinarsi tra tutti gli Stati.
Finora è la Svizzera ad aver fatto il primo passo, facendo sapere ai partner dell’Ue e dell’area Schengen che sta attualmente esaminando le possibilità di abrogare gradualmente le limitazioni d’entrata.
Senza l’estate di mezzo le frontiere resterebbero sicuramente chiuse a lungo. Ma il turismo incalza perché per molti Paesi rappresenta il 20 per cento del Prodotto interno lordo. La Commissione europea sta esaminando il tema e alcune idee già circolano, due principalmente: accordi tra gruppi di Stati oppure istituire una sorta di lasciapassare con il passaporto della salute.
La prima settimana di maggio ne sapremo qualcosa di più.