Gli emigrati italiani, brava gente!

detenutiDuemila i detenuti italiani residenti all’estero. In percentuale la metà degli italiani detenuti nelle carceri in Italia. Una guida pratica all’assistenza consolare a cura del Ministero degli Affari Esteri e della Direzione Generale degli Italiani all’Estero.

Gli italiani brava gente? Almeno gli emigrati sicuramente, rispetto a quelli in Patria. Dei cinque milioni di italiani residenti all’estero appena duemila sono detenuti nelle carceri dei paesi di tutto il mondo: circa lo 0, 04%.

Nelle carceri italiane sono reclusi 62 mila detenuti, dei quali il 34% è straniero. Quindi sono circa 40 mila i cittadini italiani detenuti nelle “patrie galere”. Su una popolazione di 56 milioni, i detenuti rappresentano lo 0, 07%. Quasi il doppio della percentuale di italiani residenti all’estero detenuti nelle carceri di tutto il mondo.

Ad attirare l’attenzione su di loro sono intervenuti il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie con la pubblicazione di una guida pratica per informare i detenuti e i loro familiari su tutte le forme di assistenza che le Ambasciate e i Consolati possono garantire loro.
La maggior parte sconta la pena in Paesi dell’Unione Europea, molti altri sono reclusi nelle carceri di Paesi spesso lontani, dove alla privazione della libertà personale si aggiungono non di rado serie difficoltà, come la non conoscenza della lingua, della cultura e del diritto locale.

Infatti, in un rapporto del 2018 dell’Osservatorio Diritti si legge: Sono detenuti in situazioni «spesso disumane, in termini di diritti umani, igiene, rapporti con altri detenuti e salute». I problemi sono enormi. «E il governo potrebbe fare tante cose, spesso a costo zero».
Ora il governo italiano si è mosso.

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