Coronavirus ferma l’Italia. Paura in Ticino!

corrire_romagnaScattato l’allarme il governo italiano ha assunto decisioni drastiche. Paura alla frontiera svizzera dopo la scoperta di “importanti focolai di coronavirus” in Lombardia. Annullato un viaggio di cento svizzeri in Romagna per rischio Coronavirus.

Nelle zone rosse dove sono scoppiati “focolai di coronavirus” in Lombardia e Veneto non si esce e non si entra. E le aree sono presidiate dalla polizia. E’ questa la decisione del Governo italiano assunta sabato 22 febbraio. Ad assicurare il rispetto di queste regole sarà la polizia. Chi non rispetta le misure adottate rischia una multa e l’arresto fino a tre mesi.

Per il momento queste misura riguardano alcuni comuni della provincia di Lodi, dove vivono circa 50mila persone: l’accesso ai servizi pubblici essenziali e agli esercizi commerciali per l’acquisto di beni di prima necessità – si afferma nel decreto – è condizionato all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale.

Dopo il primo caso registrato in Piemonte, il totale dei contagiati è salito a 115 persone in Piemonte, Lombardia e Veneto. Intanto sono state chiuse le università in Veneto e Lombardia. E si ferma anche lo sport: dalla pallavolo al calcio all’hockey sono molte le gare rinviate a causa dell’emergenza.

C’è ora la paura alla frontiera tra l’Italia e la Svizzera, dove finora le autorità non hanno osservato alcun contagio legato al coronavirus, nonostante un totale di almeno 280 casi sospetti, tutti risultati negati.

L’allarme per il rischio contagio in Italia comincia ad essere tale che un viaggio di allenamento di ottanta ragazzi ticinesi della squadra di Bellinzona a Riccione sarebbe saltato, come rivela un giornale romagnolo, a causa del Coronavirus.

Ma “Non ci saranno limitazioni per le frontiere” ha recentemente affermato Daniel Koch, capo divisione malattie trasmissibili all’Ufficio federale della sanità pubblica della Svizzera. Anche per quanto riguarda l’ingresso dei frontalieri non sono state previste limitazioni.