Chi dovrà impegnarsi nella lotta alla crisi climatica? I cittadini oppure le grandi multinazionali? Ecco il nuovo rapporto di Carbon Majors pubblicato da InfluenceMap ricostruire lo storico delle emissioni globali negli ultimi 170 anni.
Il database Carbon Majors traccia 1.421 GtCO2e di emissioni storiche cumulative dal 1854 al 2022 a 122 produttori industriali, la cui quota di CO2 equivale al 72% delle emissioni globali di CO2 di combustibili fossili e cemento dal 1751. Oltre il 70% di queste emissioni globali di CO2 storicamente è attribuibile a soli 78 enti produttori tra aziende e stato.
Carbon Majors è stato originariamente pubblicato nel 2013 da Richard Heede del Climate Accountability Institute (CAI). Da allora InfluenceMap ha aggiornato e pubblicato il database su un nuovo sito web https://carbonmajors.org/
Il database classifica le entità in tre tipi: società di proprietà degli investitori, società di proprietà statale e stati-nazione.
La Cina del carbone figura al primo posto per un totale di 276,458 di milioni di tonnellate di CO2 equivalente e il 14% delle emissioni globali, poi l’ex Unione Sovietica (6.8%) seguita da Saudi Aramco (3,6%), Chevron (3%) ed Exxonmobil (2,8%). Gazprom (2.3%), National Iranian Oil Co (2.2%), BP (2,2%), Shell (2,1%) e Coal India (1,5%) e al 33° posto (0,45%) troviamo l’italiana Eni.
Tra le compagnie segnalate troviamo nei primo posti Saudi Aramco al 4.8%, Gazprom 3.3%, Coal India 3%.
Nel dato complessivo le società private costituiscono il 31% di tutte le emissioni, un altro 33% di società statali, gli stati nazionali il restante 36% con la produzione di carbone della Cina e l’ex Unione Sovietica i maggiori contributori.
Nei sette anni successivi all’adozione dell’Accordo di Parigi alla fine del 2015, 251 GtCO2e di emissioni sono collegate alle 117 entità esistenti nel database, la cui quota di CO2 rappresenta oltre l’88% delle emissioni totali di combustibili fossili e cemento in questo periodo. L’80% di queste emissioni globali dal 2016 al 2022 può essere ricondotto a soli 57 enti produttori tra aziende e stati.
Fonte: https://influencemap.org