SAIG e la città di Ginevra per una “Panchina rossa”

saig-perlerLa Città di Ginevra insieme alla SAIG per una “Panchina rossa” in ricordo delle vittime del femminicidio.

Inerente alla risoluzione 54/134 adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che nel 1999 ha stabilito il 25 novembre come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, nel mese di dicembre 2021 la SAIG ha proposto alla Città di Ginevra di posizionare e inaugurare, insieme alla municipalità, una “Panchina rossa”.

Lo scorso 3 marzo, il Coordinatore della SAIG – Società delle Associazioni Italiane di Ginevra, Carmelo Vaccaro, insieme alla Dott.ssa Laura Facini, sono stati ricevuti dal Sindaco di Ginevra, Frédérique Perler, per concordare l’eventualità di concludere questo tanto ambito progetto.

L’incontro tra il Sindaco Perler e i due rappresentanti della SAIG, molto cordiale, ha permesso di iniziare nella migliore armonia l’iter per un auspicabile esito positivo di tale progetto socio-culturale, legato a un tema che si rivela sempre più d’attualità, tanto da rendere necessario  sensibilizzare l’opinione pubblica per fermare tutti i tipi di violenze contro le donne.

Dai risultati dell’incontro, per il quale ringraziamo qui il Sindaco Perler, ci sono tutti i presupposti affinché la Città di Ginevra e la SAIG sfilino insieme in prima linea per condannare ogni violenza contro le donne.

25 novembre: perché una Giornata contro la violenza sulle donne
La Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre del 1999 con la risoluzione 54/134.

Non è stata casuale la scelta della data, che ci porta a più di cinquant’anni fa, e precisamente al 25 novembre del 1960, quando fu scoperto lo scempio di tre cadaveri delle sorelle Mirabal – Patria, María Teresa e Minerva – con evidenti segni di tortura. Le tre donne, catturate dagli agenti dei servizi segreti del dittatore della Repubblica Dominicana, Rafael Leònidas Trujillo, furono stuprate, torturate, massacrate e strangolate semplicemente perché considerate oppositrici del suo regime.

Questa data, dunque, è stata commemorata per la prima volta durante il primo “Incontro Internazionale Femminista”, svoltosi a Bogotà, in Colombia, nel 1980. Da quel giorno, la data del 25 novembre ha assunto maggiore rilevanza, fino alla risoluzione del 1999 dell’Assemblea generale dell’ONU.

Sono numeri terrificanti quelli che ogni hanno siamo costretti a leggere, ancor più insostenbili per chi vive questi atti in prima persona. Dire no alla violenza sulle donne è un dovere di tutti per preservare l’incolumità della dignità umana. Il quadro impietoso che ne fa l’UNODC dimostra la necessità di una costante vigilanza affinché cessi di esistere questa ignobile violenza, che non è altro che una patologia macabra di tante menti contorte di tanti uomini.

Violenza sulle donne, UNODC: nel 2020 una donna uccisa ogni 11 minuti nel mondo
“L’UNODC, l’agenzia dell’ONU contro la droga e il crimine, fornisce i suoi dati: globalmente 81.000 donne e ragazze sono state uccise nel 2020, circa 47.000 di loro (58%) sono morte per mano di un partner o di un membro della famiglia, il che equivale a una donna o una ragazza che viene uccisa ogni 11 minuti.

Con circa 18.600 vittime, l’Asia è la regione con il maggior numero di vittime. Mentre in termini relativi, guardando al numero di vittime per 100.000 abitanti femminili, l’Africa è la regione con il più alto, 2,7 per 100.000, e l’Europa con il tasso più basso, 0,7 per 100.000 di donne e ragazze uccise da partner o qualcuno della loro famiglia.

Il numero di omicidi di genere tra il 2019 e il 2020 è aumentato in Europa occidentale dell’11%, mentre un leggero aumento è stato registrato nell’Europa meridionale con il cinque per cento. Secondo la ricerca, i numeri nel Nord Europa non sono cambiati durante il periodo esaminato, mentre una leggera diminuzione del meno cinque per cento potrebbe essere notata nell’Europa orientale.

Lo studio esamina anche le tendenze dell’ultimo decennio (2010-2020), quando le uccisioni di donne sono diminuite del 13% in Europa e sono aumentate del nove per cento nelle Americhe.