Alessio di Mauro romano classe 1974, inizia la sua attività di autore e disegnatore satirico 20 anni fa collaborando con varie testate, Corriere della sera , il tempo, il Gazzettino il Borghese e l’inserto satirico di Libero.
Una raccolta di vignette e articoli satirici apparsi negli ultimi 15 anni, che l’autore ha custodito e coltivato, la memoria in giornali, quelli che gli intellettualoidi chiamano di destra. Divisa in sinistrati – dalla nascita del Pd al governo, dalle disfatte di Bersani e Renzi fino all’abbraccio mortale Zingaretti – Letta con i rivoluzionari grillini. Con il tentativo di dare sempre un’identità più fluida della fu sinistra italiana.
L’Infondata Destra – dagli anni d’oro del Berlusconismo alla parabola catastrofica di Fini, dal celodurismo del Senatur alle attuali giravolte. I supertecnici quando il gioco si fa duro la politica ormai rilegata al ruolo ufficiale di camerariato smette di giocare per far spazio ai famosi tecnici.
Fino alla Bellagender miracoli del Policatilly Correct dall’Iraq fino al disastro afghano passando per lo scontro di civiltà con l’islam radicale ma anche per le sostituzioni etniche generate da migrazioni di massa per la cancel culture, il gender fluid e le altre meraviglie di questa malattia chiamata globalizzazione. Ma per tutto questo vale che la massima la destra è stupida la sinistra è intelligente.
L’autore ha creato una rete clandestina del linguaggio che lo fa riconoscere anche da fuori. Detto fuori dai denti far satira in Europa ha prodotto totalitarismi e farlo poi in giornali di destra è assurdo, ma come tutte le cose assurde è bellissimo. Di Mauro è attualmente il punto nevralgico di una rete che non si è voluta vendere alla serietà il vero satiro risponde solo a una scuola di pensiero. La propria.
Il satiro non è gestibile fino in fondo, finge a volte, si adatta per sopravvivere, ma non dimentica accumula e poi distrugge con una frase. Siamo nel tempo della Cancel Culture dove tutto ciò che è stato deve essere spazzato via , raso al suolo come le statue di Colombo, Montanelli, Churcill e Ottaviano Augusto.
Soprattutto Augusto – che ha origini nell’antica Roma, epoca di imperatori schiavisti, dittatori, è proprio dell’antica Roma del II secolo avanti cristo; altra figura che vorrebbero esibire nelle scuole Marco Fabio Quintiliano ( Fascista ante litteram). La satira che si colloca in questo libro, è la categoria più distante dallo spirito dei tempi che stiamo attraversando , tempi in cui bisogna stare attenti ad offendere la sensibilità del diverso, ma dove ogni affermazione viene asfaltata in nome del globalismo, senza confini.
Tempi in cui i neri non possono essere chiamati tali, però possono essere mandati a pedalare giornate intere, senza diritti ne malattia pagate, per garantire a quelli che si indignano per la schiavitù romana, la cenetta bio che salvaguarda l’universo. Pensiamo ai poveri elettricisti, che per decenni sono stati costretti a parlare di spine e correttori nei termini di sessisti, di “maschi e femmine”.
Ebbene questo orrore non si ripeterà mai più, possono, licenziarli via mail in massa ma guai a mettere in discussione l’identità persino, di un cavo elettrico. La satira nata per riaffermare le categorie della realtà, irridendo quanti se ne ponevano al di fuori , è in disarmo per mancanza per materia collassata, per collasso della realtà.
L’autore considera questo libro un po’ come l’ultima sigaretta che brucia prima del rogo. Nel tentativo di ridere ancora del poco che resta delle vecchie categorie perdute e del nulla che avanza. “Come si dice una risata vi seppellirà .”