L’ultimo della cronaca che ci ha impressionato è un portoghese quarantunenne ritrovato senza vita nelle acque del fiume Aare a Berna. Anche la Svizzera segna un numero di morti per annegamento elevatissimo. Nel 2016 ben 49, nel 2017 ne morirono 34 e l’anno scorso 37.
Troppi per la piccola Confederazione conosciuta più per le montagne che per i laghi e i fiumi. Fenomeno che ha spinto le istituzioni a promuovere campagne di prevenzione “Acque sicure” con nuovi cartelli per segnalare alcune zone di pericolo.
In Italia si registra più di un morto al giorno in mare per annegamento. Ogni anno sono 400 i decessi per “la strage silenziosa dell’acqua”.
In Francia nell’estate dell’anno scorso oltre 251 persone sono morte annegate, secondo un bilancio dell’inchiesta «Noyades 2018» («Annegati nel 2018») dell’Invs, l’Institut de veille sanitaire, istituzione pubblica francese del ministro della Sanità. In tutto il 2018, oltre 500 gli annegati, mentre le persone che hanno rischiato di affogare sono state 1.139.
Nel mondo, stando all’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), i morti per annegamento sono circa 360mila, la terza causa di morte per incidente. E ben il 75% delle morti è provocato dalle inondazioni. In tutta Europa, nei 53 paesi che compongono l’area europea e mediterranea, ci sono ogni anno circa 27.000 morti. L’annegamento è l’ottava causa di morte per i bambini e gli adolescenti sotto i venti anni.