In Italia arriva un nuovo decreto anti-Covid. E’ una nuova stretta, o meglio, mini-stretta, che lascia alle Regioni la facoltà di decidere autonomamente chiusure e aperture in base all’indice di contagio. A livello nazionale il governo divide le Regioni in tre scenari in base alla gravità. Per tutti chiudono musei e mostre, sale scommesse e centri commerciali il fine settimana. Il coprifuoco in tarda serata. E insegnamento a distanza per scuole superiori e università.
E veniamo ai dati. Domenica sera, secondo i dati forniti dal premier Conte al Parlamento, in Italia si registravano in totale 378.129 contagiati. Il 94% delle persone contagiate, cioè 357.288 risulta in isolamento domiciliare. Mentre al picco della prima ondata si curava in casa solo il 51,8% dei contagiati, oggi solo il 5%, pari a 18.962 persone, è ricoverato con sintomi in ospedale, contro il 41,5% al picco della prima ondata, mentre solo lo 0,5%, cioè 1.939 persone, risulta ricoverato in terapia intensiva contro il 6,7%.
Gli italiani contagiati sono quindi di numero ben più elevato, anche se la gravità dei contagi appare diversa – e inferiore – rispetto alla prima ondata. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, oltre il 65% delle persone sono infatti asintomatiche o paucisintomatiche. Fino al 95% delle persone presenta sintomi lievi.
Sempre fino a domenica risultavano ricoverati in terapia intensiva 1939 persone, occupando il 21% dei posti letto già disponibili, su un totale cioè di 9052 posti.
All’inizio dell’emergenza gli ospedali italiani disponevano di 5179 posti letto in terapia intensiva. In questi mesi il Governo ha distribuito 3370 ventilatori e i posti letto attivati o attivabili a oggi sono quindi 9052, per un incremento del 75%.