Nella primavera del 2020, 14 noti giornalisti della casa editrice zurighese Tamedia hanno condotto un’inchiesta sulle persone particolarmente esposte durante la crisi del Coronavirus.
Tra gli altri, il ministro della Salute Alain Berset, l’epidemiologo Marcel Salathé, un farmacista ospedaliero, tre fratelli che hanno perso entrambi i genitori a causa del Covid-19 in pochi giorni, un’infermiera che ha dovuto seppellire un familiare ospite in una casa di riposo, un medico di emergenza che ha tenuto un diario durante la crisi, ma anche contagiati, tra cui un sindaco ticinese.
Nel loro libro “Lockdown“, i giornalisti hanno lasciato che tutte queste persone raccontassero i drammi in cui il coronavirus le ha trascinate giorno dopo giorno. Intrecciano le registrazioni con verbali riservati di oltre 50 riunioni di crisi del Governo svizzero a Berna.
Così, in pochissimo tempo, è stato creato un libro avvincente e toccante che riporta a come otto milioni e mezzo di persone in Svizzera hanno vissuto in prima persona lo stato di emergenza. E anche se pochissimi di loro si sono effettivamente malati di Coronavirus, tutti hanno conosciuto la pandemia in prima persona. I 14 giornalisti volevano catturare ciò che prima era inimmaginabile.
Non ci sono i pettegolezzi sul Governo e sui Responsabili dell’Ufficio federale della salute. E’ una ricostruzione attenta dall’inizio della circolazione del virus in Svizzera. Il 25 febbraio il primo paziente Covid in Svizzera è stato un medico luganese che aveva partecipato a un convegno scientifico vicino Milano. E c’è il racconto di un gruppo di turisti cinesi, di Wuhan, che ha attraversato la Svizzera. Tra loro una contagiata del virus da SARS-CoV-2.
Era una donna di 53 anni con quei sintomi del Covid-19: tosse e debolezza. Ha viaggiato in autobus da Roma fino nord Italia, poi ha attraverso il Ticino fino a raggiungere Lucerna, dove ha soggiornato tra il 19 e il 20 gennaio.
Successivamente la comitiva si è trasferita a Parigi. Nella capitale francese la donna è stata visitata da un dottore, lo stesso che è risultato uno dei primi malati di Covid-19 in Europa. Quella donna rientrata a Wuhan si è sottoposta al tampone risultando positiva insieme ad altri tre compagni di viaggio.
Per caso Lucerna non è stato il primo focolaio d’Europa.