Cari amici, a voi che lavorate lontano con impegno, con successo, con amore, a voi, va il mio pensiero. Grazie per tutto quello che fate di bello e di buono, grazie, davvero, perché portate tanto bene non solo laggiù, ma anche qui. Io vi considero i messaggeri dell’Italia: spargete bellezza, divulgate cultura; contro ogni pregiudizio, contro chi vuol vedere solo vecchi stereotipi.
Tra il 1876 e il 1975 ad andare via dall’Italia furono 26 milioni di persone. Per loro non fu facile. Ci sono tanti libri che raccontano le loro storie, come L’orda, quando gli albanesi eravamo noi. Oggi si parla tanto di migrazioni, ma spesso chi ne parla male, non è mai andato fuori e non sa che il pregiudizio è un mostro orribile.
Solo chi incontra l’«altro» capisce che negli «altri» ci siamo «noi stessi». Tanti italiani e figli e nipoti e pronipoti di italiani hanno reso grande l’America. Prendiamo Hollywood, ad esempio, pensiamo a Frank Capra, Rodolfo Valentino, Robert De Niro, Martin Scorsese, Francis Ford Coppola, Brian De Palma. Susan Sarandon, Sylvester Stallone, Al Pacino, Leonardo DiCaprio, John Travolta, Nicolas Cage, Quentin Tarantino, Michael Cimino, Anthony Minghella, Bradley Cooper.
E ancora lo scrittore Don DeLillo, la leggenda del baseball Joe DiMaggio, Madonna, Lady Gaga, Fiorello LaGuardia, storico sindaco di New York, i fratelli Jacuzzi e le vasche idromassaggio famose in tutto il mondo. Che dire del ristorante Sardi’s a Manhattan, aperto nel 1927 da Vincenzo e Eugenia che con l’aiuto di un rifugiato russo resero Sardi’s il locale delle star.
Grazie, cari italiani, e buon lavoro.
LO SCRITTOR D’AMOR