Nel 1971 i fondatori salpano per un’isola nell’Artico. La loro missione? Fermare test nucleari. Era il 15 settembre quando un gruppetto di volontari partì da Vancouver a bordo di una barca da pesca. L’obiettivo era impedire l’esplosione di una bomba nucleare ad Amchitka, un’isola nell’oceano Pacifico settentrionale vicino alla costa dell’Alaska.
Dopo 50 anni è stata definita la multinazionale verde. E’ una rete che comprende 26 organizzazioni nazionali e regionali indipendenti in oltre 55 paesi in Europa, in America, in Africa, in Asia e nel Pacifico, oltre a un organismo di coordinamento, Greenpeace International.
Lavorano direttamente con le comunità in prima linea per proteggere il Pianeta. Dietro c’è il volto di attivisti, volontari e sostenitori che lottano in tutto il mondo per un futuro migliore.
Dispone di una grande risorsa in più per aiutare il Pianeta e i suoi abitanti. Può contare su una flotta di navi unica che dispiega le vele in giro per il mondo per supportare le nostre battaglie e testimoniare l’azione in difesa del bene comune.
Oggi le ragioni che muovono Greenpeace sono ancora più forti. Alcuni dati: “dal 1971, la popolazione umana è più che raddoppiata (da 3,76 a 7,67 miliardi) mentre l’abbondanza di vertebrati è diminuita di oltre il 30% e, collettivamente, pesci, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi sono diminuiti del 60%.
Gli stock ittici commerciali sono stati esauriti dell’85% e le zone oceaniche impoverite di ossigeno sono aumentate del 75%. Continuiamo a perdere circa 13 milioni di ettari di foreste ogni anno. Nel frattempo, dal 1971, le emissioni umane di carbonio sono aumentate del 250%, da circa 4 a 10 Giga-tonnellate/anno”.
Auguri a tutti i volontari di Greenpeace!