Numerose le collaborazioni realizzate in carriera, da Blanco a Elisa, passando per Zucchero, Sfera Ebbasta, Massimo Pericolo e Fabri Fibra, scrivendo brani per Marco Mengoni, Elodie, Fedez, Francesca Michielin, Michele Bravi, Noemi, Rkomi e Giorgia. Tante le canzoni di successo, tra cui ricordiamo: “Gioventù bruciata”, “Barrio”, “Rapide”, “Rubini”, “Dorado”, “Inuyasha” e “Cocktail d’amore”.
Il tour europeo di Mahmood nel 2024 conta diverse date. Dopo il Lussemburgo, l’artista è in Inghilterra, Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Polonia e Spagna, E il 10 aprile ha fatto a tappa Zurigo, prima di tornare in Italia con i concerti a Milano, il 17 e 18 maggio al Fabrique. Oltre a «Tuta gold», l’album di Mahmood «Nei letti degli altri» sta avendo grande successo anche per la canzone Personale, in cui l’artista duetta con Geolier. Il brano è presto stato certificato come doppio disco platino FIMI, trainato anche dalle views sui social, dove è di tendenza: è stato infatti utilizzato per più di 100.000 video, vuoi per la forza del beat vuoi per le strofe dei due artisti.
Per Mahmood le parole sono molto imporanti: “Ne prendo tre fra le più importanti di quest’epoca: people, purpose, planet. Di fronte a un mondo che cambia ad alta velocità e in cui facciamo fatica a orientarci, le persone restano il motore delle rivoluzioni necessarie, ma dobbiamo occuparci di tutti, senza lasciare indietro nessuno.”
Spiega Mahmood, che ha proseguito nella sua analisi:
“La mia generazione e i giovani in generale sono molto più determinati nel cercare uno scopo profondo in quello che fanno e negli altri. Infine, non meno importante, il pianeta: è la nostra risorsa primaria, da curare e da accudire.”
Una prova dell’apprezzamento che il pubblico nutre nei suoi confronti, l’avevamo già avuto nel corso dell’ultimo Eurovision Song Contest 2023. In quella sede, infatti, Mahmood venne invitato ad esibirsi pur essendo fuori concorso e fu la prima volta che accadeva per un cantante italiano. Un’altra conferma del balzo in avanti che sta avendo la carriera dell’artista è stata il doppiaggio nel film della Disney la Sirenetta: il granchio Sebastian, fedele consigliere di Re Tritone, aveva la sua voce.
“Tuta gold” ha colpito molto anche l’estero. In Svizzera sei stato per settimane in classifica, fino ad arrivare al secondo posto. Con “Brividi” ci fu addirittura il primo posto. Cosa significa per te il mercato estero?
E’ molto importante per me. Volevo fare una canzone malinconica, ma che facesse ballare e credo di esserci riuscito. E forse per questo motivo piace anche all’estero.
Questo album ti ha aiutato a capire in cosa sei bravo, riscoprire un talento che non sapevi di avere, o che hai dimenticato, oltre al canto?
In realtà io sono sempre molto autocritico, faccio fatica a risponderti. Credo di aver imparato a non prendere più sul personale certi atteggiamenti che non amo nelle persone che mi circondano, anche quelle a cui voglio più bene. Sono diventato più bravo a lasciarli scivolare.
«Nei letti degli altr»i, il disco di cui ha curato di più i testi, dove duetta con rapper e cantautori, mischia l’urban alla tradizione, fa un pop eccentrico e affascinante, complesso ma orecchiabile, storto e ballabile – non serve neanche stare a dire i generi, ormai è a un livello per cui tutti più o meno sanno cosa trovare dalle sue parti, consapevoli che è una musica solo sua. E soprattutto, è un lavoro pieno d’intimità, che poi in questi casi significa soprattutto fragilità. “Io quando scrivo non ho filtri”, confessa. “Metto dentro tutta la mia vita, che sia il rapporto con mia madre o la passione che ho per gli anime. Non potrei fare altrimenti. E non ho pudore a cantare, anzi. Mi vergogno solo a parlarne nelle interviste”.
Alessandro, parliamo del tuo nuovo album «Nei letti degli altri». Un titolo molto evocativo….
Il letto negli ultimi due anni mi ha fatto riflettere tanto, è un luogo di autoanalisi. In questi ultimi anni ho viaggiato e ne ho provato tanti, poi ho cambiato tre case in pochi mesi. Penso al letto del primo appartamento in affitto, a quello di mia madre e al mio a casa sua, a quelli dove tardiamo e veniamo traditi. Nei vari letti ho pensato tanto, ho esorcizzato molti demoni.
Senti di essere maturato?
Si molto. Sono tornato alle origini, al perché ho voluto fare questo lavoro. Ho ripensato a «Gioventù Bruciata», il mio primo album. Qui parlo di relazioni, di come cambiano e si gestiscono. Il disco raccoglie tanto di me e di come ho visto le persone che ho conosciuto negli ultimi anni.
Quando nasce il brano «Nei Letti degli Altri»?
Nasce prima che scegliessi il titolo del disco. L’input è Manchester: siamo andati in
un locale che era praticamente vuoto, c’era più gente all’esterno a fumare. Ho iniziato a scrivere, sorseggiando un gin tonic, l’inizio della canzone. Ragionavo sugli sbagli che ho commesso in passato e che continuavo a commettere soprattutto nelle relazioni. Tendo a giustificarmi quando invece bisognerebbe capire. Potremmo parlare anziché immaginarci nei letti degli altri, soprattutto per le relazioni a distanza: mi rendo conto che a volte punisco cose immaginarie. È il cuore del disco.
Un altro brano si intitola «Nel Tuo Mare»…
È uno dei più intimi, parla di una delle mie relazioni più importanti. Ha un piccolo link con la cover che porterò a Sanremo. Racconta della difficoltà nel lasciare andare qualcosa che non vuoi ma sai che devi farlo, sai che deve essere così.
Un elemento che ti contraddistingue da sempre è la libertà artistica che oggi non è scontata.
È quell’elemento che mi permette di fare questo lavoro senza sentirlo tale. Lavorassi in banca o in uno studio dentistico, la sera tornerei a casa e comunque scriverei. In studio resto fino alle 2 del mattino perché sono libero di farlo. La musica è una scelta oltreché un lavoro.