Un romanzo che unisce amore, vino e amicizia

A.I. Cudil con la sua scrittura limpida, spontanea e mai banale, prende per mano il lettore e lo porta nella vita e nei sentimenti dei protagonisti che sono descritti così bene da risultare reali che il lettore entra in empatia con loro.

A.I. Cudil ci presenta il suo romanzo “Il castello sulla collina”. Com’è la sua vita da autrice?
Grazie per avermi ospitata, mi fa molto piacere essere qui. La mia vita da autrice non è molto varia, ho una routine di scrittura quotidiana, di solito pomeriggio sera, la mattina la dedico al lavoro e alla famiglia, la notte è per la lettura. Ci sono momenti forti e intensi come le fiere o le presentazioni che mi permettono di conoscere i miei lettori e di confrontarmi con loro in merito ai mondi che ho immaginato. Tutti i miei romanzi nascono da incontri con persone particolari che fanno scattare dentro la mia testa qualcosa, quindi, cerco di vedere più persone possibili e di non rinchiudermi troppo, soprattutto per non perdere il contatto con la realtà, cosa che la scrittura e i social contribuiscono a incentivare.

“Il castello sulla collina” è un romance dalle atmosfere frizzanti e verdeggianti delle colline venete. Ci parli di questo suo romanzo.
“Il Castello sulla Collina” è un eno-romance cioè un romanzo che unisce amore, vino e amicizia in una commedia emozionante ambientata tra le colline del Prosecco Superiore DOCG. Protagonisti della storia sono Cecilia, un’enologa appassionata del proprio lavoro, e Alex, un conte distante dalle sue radici vinicole, due mondi molto lontani che intrecciano i loro destini in un contesto di contrasti sociali e connessioni profonde. Con personaggi secondari che rivelano l’essenza del mondo rurale, il libro alterna momenti divertenti a riflessioni profonde legate anche al mondo social e mostrando i dilemmi tra produzione di massa e qualità del vino.

Lo scritto nasce da fatti realmente successi o è un frutto dell’immaginario?
La maggior parte dei fatti sono inventati, ma ci sono riferimenti a fatti avvenuti nel passato che io ho rielaborato e adattato alla trama, ovviamente non posso svelare quali, ma vi confido che l’evento meno credibile invece è accaduto davvero, se leggerete il libro, capirete a cosa mi riferisco. Quello che è reale invece sono le caratterizzazioni di alcuni personaggi di paese le cui espressioni dialettali sono reali e utilizzate quotidianamente. 

Il romanzo nasce in una piccola realtà italiana, ma molto importante a livello mondiale. Quanto, secondo lei, ha inciso questo sulla sua storia?
Io scrivo sempre di luoghi significativi per me, la mia prima serie, il Six Senses edito con Giunti editore, è ambientata tra Parigi e la Provenza, diversi miei romanzi invece si collocano a Venezia, solo uno a New York, che comunque rimane un luogo letterario che amo molto. Scegliere le colline Unesco del prosecco superiore è stato un modo per fare pace con i luoghi dove attualmente vivo e che non ho sempre amato, anzi. Da un certo punto di vista sono io Alex, il protagonista maschile de Il castello sulla collina, il personaggio che vuole fuggire dai vigneti e da quel piccolo mondo rurale, ma alla fine ne entra a far parte e inizia ad amarlo.

Il prossimo romanzo che ambientazione avrà?
È in uscita per la Collana Milos di PubMe editore Jasmine, una novella ambientata a Venezia, l’altro mio luogo del cuore. Quindi resterò sempre in Veneto ma in un luogo completamente diverso, in cui lo splendore artistico di una città incantata farà da sfondo a una storia intima e romantica.