La sua formazione artistica ha toccato istituzioni prestigiose a Roma e Londra, tra cui l’Istituto Professionale per la Cinematografia e la Televisione, la Scuola Internazionale dell’Attore, l’Actors Studio, e la London Academy of Media, Film & TV. Ha partecipato a workshop su vari metodi di recitazione, canto e speakeraggio.
Bruni ha ricevuto riconoscimenti, come il Premio della Giuria LACCIO ROSSO nel 2022 e il Premio alla migliore interpretazione al VISION FILM FESTIVAL nel 2016. Ha preso parte a produzioni televisive e cinematografiche come “Mentre ero via”, “Il paradiso delle Signore”, “Testimoni invisibili”, e “La Musica nel Silenzio”. Ha lavorato anche in pubblicità per marchi come Unieuro e Martini.
Nel teatro, ha scritto, diretto e interpretato spettacoli come “Maria Antonietta – L’ultima Regina di Francia” e “Non è poi la fine del mondo”, oltre a ruoli in opere classiche e contemporanee. Ha realizzato regie e sceneggiature per cortometraggi come “#IoSonoMia”.
Bruni ha esperienza come voice-over artist in spot pubblicitari e documentari, e ha letto opere letterarie in eventi. Poliglotta, parla italiano, inglese, francese e spagnolo, con competenze artistiche che includono canto, danze storiche e calligrafia. È laureata in Traduzione.
Trasferitasi a Ginevra nel 2019, Bruni ha fondato e presiede l’Associazione Culturale “Pont D’Art”, un “ponte” tra la cultura italiana e quella svizzera, focalizzata sull’arte scenica. Attraverso questo ruolo, continua a collegare culture diverse e a promuovere l’arte scenica italiana a livello internazionale. In sintesi, Francesca Bruni è un’artista completa e versatile, con un notevole contributo al panorama artistico italiano e internazionale.
Inizierei chiedendoti come e perché ti trovi a Ginevra?
Ginevra è la mia nuova casa artistica, con il suo irresistibile mix di eleganza e innovazione. La città, con il lago sereno e le Alpi sullo sfondo, ispira la creatività. Ho avuto l’opportunità unica di creare l’associazione teatrale “Pont d’Art”, un ponte tra l’arte italiana e quella svizzera, che ha aggiunto una nuova dimensione alla mia carriera. La diversità linguistica e culturale di Ginevra offre un terreno fertile per esplorare nuovi orizzonti teatrali e ampliare le mie prospettive artistiche.
Qual è stata la genesi della tua carriera di attrice teatrale?
La mia avventura nel mondo della recitazione è iniziata come risposta istintiva alla mia sete di espressione artistica. Da giovane, ho frequentato scuole di recitazione e partecipato a numerosi workshop per affinare le mie abilità. La passione per la creazione di mondi immaginari e il desiderio di condividere storie toccanti hanno alimentato il mio percorso nel teatro. Da allora, ho seguito il richiamo delle luci del palcoscenico, intraprendendo un viaggio che ha plasmato la mia vita, da Roma a Londra e infine a Ginevra.
Potresti condividere con noi quale ruolo teatrale hai considerato più impegnativo fino ad ora?
Interpretare Maria Antonietta è stata un’esperienza intensa e onorevole, il personaggio più impegnativo che abbia mai affrontato. La complessità della sua figura storica, la sua tragica evoluzione e la sua connessione con la Rivoluzione Francese hanno reso questo viaggio emotivo straordinario. Portare in scena la sofferenza, la grazia e la forza interiore di Maria Antonietta è stato un compito impegnativo, richiedendo una profonda immersione nella sua psicologia. La sfida ha reso l’esperienza gratificante, consentendomi di esplorare nuovi orizzonti artistici e di connettermi con il pubblico attraverso la potenza delle emozioni.
Come affronti l’interazione con il pubblico durante le tue performance teatrali?
Nelle performance, cerco di creare una sorta di danza emotiva con il pubblico, adattando la mia interpretazione alle loro reazioni. Questo dialogo silenzioso tra palco e platea rende ogni spettacolo un’esperienza unica. L’interazione con gli spettatori è un aspetto magico del teatro che amo esplorare, cercando autenticità e connessioni che vanno oltre le parole pronunciate sul palco. La loro risposta immediata aggiunge una dimensione unica e dinamica a ogni performance.
Hai un genere teatrale preferito e, in tal caso, quali motivazioni guidano questa preferenza?
Il mio genere teatrale preferito è il classico per la ricchezza dei testi, la profondità dei personaggi e l’eleganza delle trame. Tuttavia, sperimento anche con altri generi per ampliare il mio repertorio e mantenere viva la creatività, apprezzando particolarmente la sperimentazione nel teatro contemporaneo. La sua audacia nel trattare temi moderni mi affascina, e amo immergermi in nuovi mondi scenici, dove le convenzioni vengono sfidate e il pubblico è portato in un viaggio avventuroso.
Nel Cantone di Ginevra mancava una compagnia teatrale italiana di questa portata professionale e orientata al grande pubblico. Come affronterai questa responsabilità?
Essere parte di una compagnia teatrale italiana di rilievo a Ginevra è un’opportunità che accoglierò con entusiasmo e dedizione. Affrontare questa responsabilità è un impegno serio, ma sono determinata a portare l’arte teatrale italiana a un pubblico internazionale. La mia missione è condividere storie che possano attraversare confini culturali e linguistici. Accolgo questa sfida con umiltà e passione, intraprendendo un viaggio entusiasmante per creare un ponte tra culture, utilizzando il teatro come linguaggio universale per connettere persone in tutto il mondo.
Oltre a condividere la passione per la recitazione, condividi una storia d’amore con tuo marito Simone Buffa. In che modo questa duplice complicità ha influenzato positivamente la tua vita professionale?
La collaborazione con il mio partner aggiunge profondità emotiva alle performance. Il suo sostegno è la mia forza segreta sul palco, una sinfonia silenziosa che si fonde con le note della recitazione, creando un’armonia unica per il pubblico. È grazie a lui se ho avuto il coraggio di realizzare il sogno di mettere in scena “Maria Antonietta – L’Ultima Regina di Francia”. Dopo aver scritto e desiderato farlo, ha fornito quell’impulso organizzativo che mi mancava. Dopo la prima edizione nel 2021, ho continuato con una nel 2022 e recentemente, qui a Ginevra, abbiamo presentato lo spettacolo al Théâtre Pitoëff. Speriamo che non sia l’ultima, e il mio sogno è portare questo spettacolo a Versailles. E ci riuscirò!