Con Luca Marinelli allo “Zurich Film Festival”

marinelli Origini romane, classe '84, occhi verdi, Luca Marinelli  appare affascinante e misterioso. Vincitore di un David di Donatello, due premi al Festival di Venezia e due Nastri d’argento. Lo abbiamo incontrato allo Zürich Film Festival.

La carriera di Luca Marinelli comincia fin da piccolo con il doppiaggio. La grande occasione arriva per lui quando Saverio Costanzo lo chiama ad interpretare la parte di Mattia, protagonista de “La solitudine dei numeri primi”. Nel 2020 interpreta il ruolo di Nicky nel film “The Old Guard” prodotto e interpretato da Charlize Theron. E nel 2022 è protagonista del film in concorso a Cannes tratto dal libro vincitore dello Strega “Le otto montagne”. Nel nostro incontro a Zurigo abbiamo parlato di questo film che narra una storia di amicizia.

Luca, dopo aver conosciuto il successo, custodisci un sogno nel cassetto?
Mi sento molto fortunato. Sono contento delle cose che ho fatto fino ad ora. Sono felice di avere conosciuto le persone che ho incontrato. Il mio sogno? Continuare a fare le cose che sto facendo.

Nel film “Le otto montagne” sei la voce narrante di una bella storia d’amicizia. Quanto conta per te l’amicizia e secondo te oggigiorno esiste ancora l’amicizia quella con la A maiuscola dove prevale il bene comune e non l’egoismo individuale che si trasforma in invidia?
Sì, questo film è un esempio di vita bellissimo. Una metafora, un racconto, un romanzo meraviglioso che attinge dalla vita. Sono convito che l’amicizia esiste, come esiste l’amore.  

La montagna è anche il filo conduttore di quattro vite che altrimenti non si sarebbero mai conosciute. Tu che rapporto hai con il mondo alpino, dove prevalgono la natura e il silenzio?
Mi ricordo benissimo dei silenzi. La montagna nel film è un altro personaggio, insieme al cast. Nel corso del film abbiamo avuto una guida straordinaria, Paolo Cognetti, l’autore del libro, insieme ai suoi amici, che ci ha aiuto tanto a vivere la storia lì, in Valle D’Aosta, per un intero mese, nel freddo e sotto il sole. Costruire una casa a 2.300 metri di altitudine è stata un’idea meravigliosa. 

L’isolamento fisico o il crearsi un mondo tutto a sé può essere un danno per l’essere umano?
Certo, noi esseri umani siamo nati per condividere, per stare con gli altri. Anche se certe volte è bello starsene da soli…ma per un periodo di tempo, poi bisogna tornare ad essere un essere sociale.

Avrà imparato di più chi ha fatto il giro delle otto montagne o chi è arrivato in cima al monte Sumeru?
Chissà, nel film imparano tutte e due…