Acli della Svizzera Centro Orientale: ieri, oggi e domani

cavalloSalvatore Cavallo è stato riconfermato alla guida delle Acli Intercantonali della Svizzera Centro Orientale 2021. 22 i membri del Consiglio. La presidenza sarà eletta il 31 ottobre. La relazione del presidente al congresso che si è svolto lo scorso 3 ottobre a Schlieren, nei pressi di Zurigo.

“Il cruccio di ogni associazione che si rispetti e che guardi al suo futuro è e sarà: ricordare il recente passato, vivere l’oggi per dare continuità e una prospettiva al domani. Ci proverò con questa relazione suddivisa volutamente in tre parti: ieri, oggi e domani. 

IERI
Penso che a livello intercantonale si avesse imboccato la strada giusta con i diversi convegni dei giovani per i giovani. Sono stati momenti di discussione, d’approfondimento di vari temi e contemporaneamente di formazione. Difatti, è partita la costruzione del rinnovamento anagrafico di una parte della nuova dirigenza. Una ventata d’aria fresca che aveva fatto bene anche a quanti, come molti di noi, da anni impegnati nel Movimento. Ciò è coinciso con la rinascita del circolo di Winterthur, grazie all’impegno di Simone Dimasi, astro nascente delle ACLI della Svizzera. Non era una pia illusione ma un sogno collettivo che si stava realizzando.

I convegni giovanili vennero apprezzati e condivisi da tutto il Movimento in Svizzera. Era la strada intrapresa per la formazione e l’affermazione di futuri quadri dell’associazione. Come non ricordare il progetto e la realizzazione di una proficua collaborazione con l’Enaip di Zurigo. Ma qualcosa, o meglio dire, una serie d’avvenimenti fecero inceppare il meccanismo creato per i corsi di tedesco sorti in vari circoli.

Questa vitalità, alla luce di quanto poi è successo, mi fa dire che avrà dato qualche fastidio anche fuori le mura. Come non ricordare la cronica difficoltà finanziaria dell’Ente, legata alla liquidità e sfociata nello scontro impari con le competenti autorità del cantone di Zurigo. Autorità che per motivi politici interni si sono rimangiati quanto deciso in precedenza, non riconoscendo più quanto dovuto all’Ente. Scontro che, per farla breve, ha portato ad un indebitamento tale da far chiudere il nostro ente professionale che tanto aveva dato e fatto per la crescita umana e professionale dell’emigrazione italiana in Svizzera.

OGGI
Il XIII° Congresso Intercantonale del giugno 2016, tenutosi come si ricorderà a Uster, fu la conferma, il risultato del proficuo lavoro svolto. Molti giovani entrarono a far parte del Consiglio Intercantonale e alcuni in Presidenza; Il giovane Piercarlo Patti assunse la carica di Vicepresidente insieme all’esperto Mario Romano. Come sappiamo, la primavera intercantonale, parafrasando quella famosa di Praga, si bloccò con la decisione del caro amico Simone Dimasi di dimettersi prima da Presidente Intercantonale e poi dalle cariche assunte in Presidenza Nazionale Svizzera.

Dimissioni vissute da tutti con sofferenza, coincise con l’incontro di metà mandato, tenutosi il 18 ottobre 2018 proprio qui a Schlieren. Non si poteva lasciare senza una guida il Movimento e così, dopo aver sentito tutti gli altri membri di presidenza, ho accettato di assumere la carica di presidente per portare a termine il mandato fino al successivo congresso che si sarebbe tenuto nel maggio 2020. Invece, a causa della pandemia siamo arrivati a ottobre 2021! Mi affiancarono, nel rimpasto che ne seguì, i due nuovi Vicepresidenti Donato Saturnino e Salvatore Dugo, che ringrazio per l’impegno e il supporto dato fino ad oggi. Le dimissioni della dirigenza non sono state indolori, poiché diverse persone legate a Simone col tempo si sono sfilacciate, creando non pochi problemi ad alcuni circoli come quello di Winterthur. Nel momento che si stava per ripartire, come tutti sappiamo, è scoppiata la pandemia del coronavirus che ci ha bloccati.

Pandemia che, nonostante il vaccino, persiste, cambiando “modus operandi”, nel mentre frange di scontenti, e aggiungerei di irresponsabili, si dichiarano contrari inneggiando alla libertà, ma quale quella di infettarsi e infettare rischiando poi di morire? Sappiamo, poiché vissuta, che questa pandemia, estesasi all’intero pianeta, ci ha fatto soffrire e tolto tante certezze. Come non ricordare i tanti morti che il virus ha causato anche fra parenti, amici e nella nostra ristretta cerchia associativa. Vi pregherei di alzarci in piedi e dedicare loro un minuto di silenzio. Un grazie va agli operatori sanitari che tanto hanno lottato nel tentativo di salvare più vite umane possibili, pagandone anche un caro prezzo. Un grazie va anche alle Istituzioni che nonostante le difficoltà hanno cercato di gestire, a volte sbagliando, questa difficile e nuova situazione. Un altro grazie ai tanti volontari che si sono rimboccate le maniche per aiutare i tanti che hanno sofferto: anziani, giovani e malati di altre patologie.

Papa Francesco, che Dio ce lo conservi, ha detto: “Peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla”. Qualcosa ci avrà pure insegnato! Riscoprire la solidarietà col vicino di casa, sentire il bisogno di stare con gli altri, di guardarci intorno, riconoscere le difficoltà di chi sta peggio di noi e la voglia di impegnarci a superare le disuguaglianze sociali. Fatto risvegliare quel senso di giustizia sociale intorpidito dalla pandemia. Chissà perché i ricchi son diventati più ricchi e i poveri ancora più poveri! Il dramma per alcuni e, specialmente in Italia, per lo più i giovani che pur avendo uno stipendio, però mal pagato, fanno fatica ad andare avanti. Draghi, pensi anche a loro!

In questi due anni ci è quasi mancata l’aria, tante cose che si avremmo dovute fare, come incontri di direttivi, assemblee generali, serate informative, attività sociali con le missioni cattoliche e le parrocchie, culturali e ricreative, sono saltate. Col vaccino, si spera, come facciamo oggi, che, a partire già da Natale, la situazione si possa stabilizzare cosicché con il nuovo anno si possa ben ripartire.

DOMANI
Il nuovo consiglio avrà il compito di riprendere il cammino tralasciato due anni fa. Ci conforta che l’ultimo incontro del Consiglio Intercantonale uscente, tenuto la scorsa domenica 26 settembre 2021, seppure con diverse assenze, si sia svolto in modo regolare. Da parte di tutti i presenti si è avuta la disponibilità al dialogo, come recita la dicitura del nostro sempre più apprezzato bimensile delle ACLI della Svizzera. Sapere ascoltare le motivazioni altrui aiuta la comprensione, pur dicendo “pane al pane e vino al vino”, sempre nel rispetto delle persone coinvolte. La sincerità e la disponibilità di donne e uomini liberi fa crescere tutto il Movimento.

Una nota per l’Italia, la bistrattata penisola. Si spera che si possa riprendere economicamente dalla batosta dovuta in gran parte e non solo alla pandemia. La massa di Euro che dovrebbero arrivare, fa gola a tanti. “Caro Presidente del Consiglio Mario Draghi, controlli che gli interessi e gli appetiti dei Partiti non prendano il sopravvento sui reali bisogni della popolazione e…non ci si dimentichi degli italiani che vivono per necessità e oggi anche per scelta oltre frontiera”.

A livello svizzero, bisognerà che il nuovo Consiglio tenga conto che la metà, se non oltre, dei nostri connazionali possiedono il doppio passaporto. La maggioranza dei giovani sono nati e cresciuti in questo Paese con esigenze diverse dai loro padri e dei nonni che hanno deciso di rimanerci legati agli affetti famigliari e perché, dopo una vita trascorsa, si sentono a casa loro. A livello europeo vien da chiedersi quando l’Europa diventerà la vera casa comune di tutti i suoi cittadini?

Auspico che il nuovo Consiglio eletto si faccia carico dei bisogni e dei desideri dei delegati, guardando alla società in cui viviamo. Auguro di cuore al nuovo Consiglio un buon e proficuo lavoro. Viva le ACLI! Lunga vita alle ACLI!”

Salvatore Cavallo, Presidente Acli Intercantonali Svizzera Centro Orientale (Schlieren, 3 ottobre 2021)