Ci parli della sua nuova pubblicazione.
l mio è un romanzo che definirei intimista, anche se definire significa limitare. È incentrato sul rapporto complicato che il protagonista ha tra la sua compagna e una ragazza conosciuta da poco, che ha mosso in lui pulsioni ed emozioni nascoste. Parla anche della vita quotidiana, dei sogni di tante generazioni di giovani che devono fronteggiare l’instabilità economica tipica della vita odierna e altre situazioni. Il lettore entra nei pensieri dei caratteri principali ma ne segue anche le vicissitudini esterne, è un intersecarsi di punti di vista.
Ricorda il primo libro che ha letto?
Se escludo le ovvie favole che tutti hanno letto alle scuole elementari, ricordo molto bene I misteri della giungla nera del grande Salgari. L’avevo letto alle scuole medie e mi era piaciuto molto. Era una lettura emozionante, mi portava in paesi lontani ed esotici.
Dove ha trovato ispirazione per il suo romanzo?
Posso dire che l’ispirazione è nata lentamente, spontaneamente: pagina dopo pagina i personaggi, le loro storie ed i loro caratteri si sono delineati un poco alla volta, per poi acquisire sempre più spessore e rilievo. Per il personaggio di Renata, mi sono ispirata (dal punto di vista puramente estetico, non come stile di vita né carattere) a Christiane, la protagonista del film del 1981 Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino.
Quando ha capito di essere portato per la scrittura?
E’ una passione che ho fin dalle scuole elementari, quando ho capito che mi piaceva inventare storie, racconti e scrivere temi. Per poter scrivere bene si ha bisogno di tempo, spazio sia fisico che interiore, un’idea non banale che catturi l’attenzione del potenziale lettore.
Prossimi progetti?
Mi piacerebbe scrivere il seguito di Rosso obliquo, ma attendo prima di vedere il riscontro del pubblico. Mi piacerebbe anche cambiare genere, devo ancora pensarci.