Stangata agli italiani che lavorano in Svizzera!

Dopo il nuovo e storico accordo italo-svizzero sulla tassazione dei lavoratori frontalieri, il governo italiano ha approvato a dicembre nella nuova legge di Bilancio una normativa che prevede una tassa ai lavoratori frontalieri per accedere alla sanità italiana.

Con la Legge n. 83/2023 è stato approvato il nuovo accordo per la tassazione dei lavoratori frontalieri con la Svizzera. Cosa prevede questo accordo che è stato ritenuto epocale: in Svizzera verrà applicata l’imposta nella misura ridotta dell’80% anziché al 100%; in Italia, sui redditi al di sopra dei 10.000 euro annui, verrà pagata l’imposta al netto di quella già pagata allo stato elvetico (in termini pratici, se in Svizzera ho pagato 100 e all’Italia devo 120, pagherò solo quei 20 che “superano” l’imposta elvetica).

Dal 2024 però entra anche in vigore con la legge di Bilancio un prelievo dal 3 al 6% sulla retribuzione netta, per aver accesso all’assistenza sanitaria. I sindacati ne avevano chiesto lo stralcio durante il dibattito in sede di Bilancio, ma la normativa è rimasta.

Una misura che ha trovato i lavoratori frontalieri e i sindacati nettamente contrari. Si tratta di una cifra media di circa 3mila euro all’anno per ciascun lavoratore frontaliere.

Sono 80 mila i lavoratori e le lavoratrici che varcano il confine elvetico quotidianamente dalle regioni italiane confinanti con la Svizzera: Valle D’Aosta, Lombardia, Trentino/Alto Adige e Lombardia.

Ora è stata lanciata una petizione contro quella che viene chiamata la “tassa sulla salute” dei frontalieri che chiede di annullare la normativa. E’ una petizione on-line su change.org che tutti possono firmare.