Nella Sempio, presidente del Comites di Basilea, nel 1971 si è trasferita da Torino a Basilea insieme ai due figli per seguire suo marito, il quale era stato promosso dalle Ferrovie Italiane come Direttore Tecnico dell’Intercontainer e Interfrigo. Essendo laureata in Psicologia, con la specializzazione in Terapia Sistemica Familiare, dal 1975 al 1997 è stata Direttrice e Terapeuta del Consultorio Familiare di Basilea. Dal 1980 al 1985 è stata Membro della Commissione per le Kleinklasse. Dal 1997 al 2015 è stata Direttrice e Terapeuta del Consultorio Multiculturale MUSUB finanziato dal Cantone di Basilea Città e Campagna. Dal 1995 al 2011 Membro della Commissione Federale CFALD. Dal 2014 ad oggi è impegnata per l’integrazione della comunità italiana nella società svizzera. Ora guida il Comites di Basilea e della Circoscrizione consolare.
Cosa pensa della modalità del voto?
Sono sempre stata contraria all’opzione di voto in quanto estremamente farraginosa. Il risultato delle iscrizioni nelle liste elettorali è deludente e mortificante, costituisce una vera Caporetto per la partecipazione. Una delle principali cause è l’attuale metodologia, ovvero l’inversione dell’opzione di voto.
Lei non si è ricandidata?
Purtroppo no, essendo già stata membro del Comites di Basilea per tre mandati consecutivi, ma sono certa e fiduciosa nelle nuove generazioni che il mio Comites è stato in grado di capitalizzare, faranno senz’altro un ottimo lavoro.
Come giudica l’attività condotta dal suo Comites?
L’esperienza di presidente del Comites di Basilea e Circoscrizione consolare è stata molto interessante e caratterizzata da molteplici aspetti positivi. Il Comites ha operato per una comunità di connazionali molto ampia e diversificata, contando su una collaborazione attiva con le diverse associazioni ed enti in cui è organizzata. Intervenendo sulle problematiche della comunità attraverso commissioni interne, formatesi come da statuto, il Comites è riuscito a mappare le diversificate esigenze dei connazionali e ad offrire supporto e assistenza. I settori in cui ha maggiormente operato sono: la scuola e la formazione, in un contesto di prezioso plurilinguismo come quello elvetico, l’integrazione giovanile e la nuova mobilità, l’assistenza e l’integrazione verso la Terza Età che quasi sempre coincide con l’emigrazione più tradizionale e infine i rapporti con le Associazioni e con il Consolato. Attraverso sportelli, iniziative così come studi e ricerche, il Comites ha dato il proprio contributo al fine di individuare le esigenze di sviluppo sociale, culturale e civile della propria Comunità.
Negli ultimi cinque anni ha svolto e patrocinato in collaborazione con il Consolato, Enti e Associazioni numerose iniziative rivolte alla Comunità. Ha intrapreso un prezioso dialogo e concrete sinergie con le diverse e numerose Associazioni in cui storicamente la nostra comunità in loco è organizzata. Ho instaurato un canale diretto e in progress con la nuova mobilità giovane e meno giovane, collaborando con patronati, rappresentanze diplomatiche e enti locali al fine di individuare le principali problematiche legate all’integrazione e fornire strumenti adeguati alla risoluzione.
A seguito di quanto emerso dalle giornate del Seminario organizzato dal Consiglio Generale degli italiani all’ Estero CGIE svoltosi a Palermo nell’ aprile del 2019, il Comites di Basilea, che vi ha partecipato con i suoi giovani delegati, ha lanciato il progetto della rete dei Giovani Italiani in Svizzera. L’ obiettivo del Gir – Giovani Italiani in Rete – è di sviluppare nuovi progetti sul territorio per contribuire a tutte le attività di promozione, di sostegno e di valorizzazione con l’estero del “sistema Paese” nel suo complesso.
Fra i numerosi progetti realizzati, ne vorrei citare solo tre fra i numerosissimi realizzati, che ci hanno dato tanta soddisfazione: il progetto “Primi passi” rivolto ai nuovi arrivati; il progetto “Legalità” che ha messo in evidenza l`Italia dell’Antimafia”. Per ultimo mi permetto di menzionare con grande soddisfazione il progetto dell’Italian&Swiss Jazz Festival, realizzato in collaborazione con il Consolato di Basilea, che è riuscito a portare qui in Svizzera, sede elettiva del Jazz, la nostra musica italiana per di più attraverso sei giovani musicisti italiani residenti in Italia e in Svizzera. Il Festival apprezzato sia in Italia che in Svizzera rappresenta un unicum per la promozione della cultura italiana all’estero e per l’enorme successo che un’iniziativa Comites ha riscontrato.
Cosa si aspetta da questa tornata elettorale?
I Comites sono cambiati rispetto al passato perché è cambiata l’emigrazione italiana, quindi è necessario riformare i Comites. Aver ridotto la rappresentanza all’estero dei parlamentari ci impone una presenza più numerosa ed incisiva negli organismi di rappresentanza. Sarebbe anche opportuno incrementare la collaborazione tra i Comites e le Istituzioni italiane, come le Regioni, le Province e i Comuni, rafforzando così il reciproco supporto. Rispetto, invece, alle istituzioni locali, sicuramente sarebbe opportuno che le Autorità consolari accreditassero i Comites presso le Autorità svizzere per una più immediata e facilitata collaborazione che troviamo non solo preziosissima, ma necessaria. Infine una riflessione profonda e concreta sul meccanismo del voto all’estero nella direzione di riformarlo in quanto estremamente farraginoso.
Si sente di dare un consiglio al nuovo Comitato che sarà eletto il 3 dicembre?
Continuare a lavorare per la nostra comunità e con passione e determinazione, coinvolgendo sia gli altri Comites – non solo svizzeri ma anche europei – sia le Istituzioni svizzere per una piena e felice integrazione.