Lettera a Biaggi, il pilota che vola in moto

biaggiSi torna a parlare di Max Biaggi, quattro volte campione del mondo nella classe 250 e due volte campione mondiale Superbike. Ora ha attirato l’attenzione dei media per aver portato la Voxan Wattman a 408 km/h sulla pista dell’aeroporto francese di Châteauroux.

Bravo Max, la classe e il coraggio ti hanno sempre contraddistinto. Le quattro vittorie consecutive dal 1994 al 1997 nella classe 250 ti hanno permesso di conquistare il primato di titoli conquistati. Hai portato l’Aprilia ai trionfi.

Con le 500 non ti sei trovato a tuo agio come con le 250, molto più agili, più adatte alle tue caratteristiche. 250 gare disputate, 42 vittorie e 111 podi. Un vero campione. Una popolarità che per molti anni hai dovuto condividere con l’altra stella italiana del motociclismo, Valentino Rossi.

Insieme, con quella rivalità sportiva e a volte anche umana, avete permesso alla disciplina di catturare sempre l’attenzione del grande pubblico.

Vecchio per la moto GP? Non diremmo, però hai preferito passare alla Superbike con Suzuki. E il tuo ritorno all’Aprila sulla nuova RSV4, una gioia per tutti gli appassionati italiani.

Sei stato il primo pilota italiano campione del mondo in Superbike, nel 2010, su quella straordinaria moto Aprilia con i colori di Alitalia. E hai bissato due anni dopo. Non lo dimenticheremo mai.

Nei giorni scorsi, sei tornato a far parlare di te. L’uomo che ha fatto volare una moto elettrica. Hai portato la Voxan Wattman a 408 km/h sulla pista dell’aeroporto francese di Châteauroux.

Noi non sapremo mai cosa si prova a quella velocità, ma tu ce lo ha spiegato: “A quella velocità l’aria è un muro praticamente impenetrabile, cominci a combattere con delle forze fino a quel momento sconosciute. Rimanere aggrappato alla moto, mentre cerchi di raggiungere velocità per me inimmaginabili, è stata una sfida completamente nuova”.

Grande Max, bravo.