La politica s’aggrappa a Mattarella!

Dopo 4 votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica è ancora stallo tra i partiti. Venerdì mattina quinta votazione. I nomi che circolano non appaiono convincenti. Dovrà essere il nuovo Parlamento di 400 deputati e 200 senatori a eleggere il nuovo Presidente della Repubblica Italiana.

Con un 70 per cento di deputati e senatori nuovi in un Parlamento indecifrabile è difficile fare ipotesi di come finirà la partita per la conquista del Quirinale.

Dalla terza votazione oltre 150 sono state le schede a favore di Sergio Mattarella. Un segnale che indica al Presidente uscente di tornare in campo per guidare l’Italia.

Cosa significa? Lasciare le cose come stanno ora. Sergio Mattarella al Quirinale e Mario Draghi a Palazzo Chigi fino alle prossime elezioni politiche che si terranno all’inizio dell’anno prossimo.

Il tentativo di portare l’attuale premier Mario Draghi al Quirinale pare essersi infranto per le resistenze nel Movimento Cinque Stelle e nel Centrodestra.

L’altro candidato autorevole e garante dei due principali schieramenti politici – centrodestra e centrosinistra – Pier Ferdinando Casini non trova il sostegno di Silvio Berlusconi.

Anche l’idea di affidare lo macchina dello Stato a una donna (Elisabetta Belloni o Marta Cartabia) appare avventata in uno scenario nazionale e internazionale esplosivo.

Rinviare quindi la decisione a dopo le elezioni politiche dell’inverno prossimo appare quella più razionale per evitare scontri frontali tra i partiti che lascerebbero strascichi nell’azione del governo di Mario Draghi.

Chiedere allora a Mattarella di restare ancora un anno in attesa delle elezioni potrebbe essere la via d’uscita per la politica italiana. Si andrà alle elezioni politiche per eleggere il nuovo Parlamento che sarà poco più della metà di quello attuale.

La riforma degli articoli 56 e 57 della Costituzione porta gli attuali 630 a 400 deputati e dagli attuali 315 a 200 senatori.

Ma Mattarella sarà d’accordo? Se continuerà a dire no, solo Draghi potrà salvare il salvabile con un forte accordo politico tra i partiti.