I senatori del Pd Fabio Porta e Francesco Giacobbe hanno presentato un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute Roberto Speranza per sottolineare che gli italiani all’estero perdono il diritto all’assistenza sanitaria italiana sia in Italia che all’estero, all’atto della cancellazione dall’anagrafe comunale e della iscrizione all’AIRE, nonostante la legge istitutiva della sanità pubblica, la n. 883 del 23 dicembre 1978, la quale sancisce all’ultimo comma dell’articolo 19 che gli emigrati, che rientrino temporaneamente in patria, hanno diritto di accedere ai servizi di assistenza sanitaria della località in cui si trovano.
Nell’interrogazione si menziona la differenza di trattamento tra gli italiani emigrati residenti in Unione Europea e quelli residenti in Paesi extra-Ue. “Se da una parte al cittadino italiano il quale acquisisce la nuova residenza in uno dei Paesi della UE viene garantito il possesso della tessera TEAM che consente a tutti i cittadini dell’Unione Europea, che si trovino temporaneamente in un altro Stato Membro, l’accesso ai servizi sanitari del Paese ospite alle stesse condizioni dei residenti, – precisano i due parlamentari – dall’altra i cittadini italiani che stabiliscono la propria residenza in un Paese extra-UE e si iscrivono all’Aire, quando rientrano in Italia hanno diritto – in virtù del Decreto del Ministero della Sanità del 1 febbraio 1996 – solo alle prestazioni ospedaliere urgenti per un periodo massimo di 90 giorni per ogni anno solare, qualora gli stessi non abbiano una copertura assicurativa propria pubblica o privata e a condizione che siano pensionati o nati in Italia”.
Secondo Porta e Giacobbe “le disposizioni in vigore non tutelano adeguatamente il diritto alla salute degli emigrati italiani in Paesi extra-UE che rientrino in Italia temporaneamente”.