Casa, “No all’imposta di registro per italiani all’estero”

toni_casaL’onorevole Toni Ricciardi, deputato Pd eletto in Europa, in una interrogazione al Ministro delle finanze Giorgetti chiede di sanare una disparità che penalizza gli italiani all’estero che acquistano la prima casa in Italia.

Con l’entrata in vigore del decreto 69/23 del 13 giugno scorso, gli italiani all’estero sono esclusi dall’esenzione dell’imposta di registro per l’acquisto della prima casa in Italia. Denuncia questo fatto l’on. Toni Ricciardi, deputato Pd eletto in Europa, che in una interrogazione al Ministro delle finanze Giorgetti chiede di sanare questa disparità.

Dal 14 giugno 2023, l’agevolazione “prima casa” spetta qualora l’immobile acquistato sia ubicato nel comune di nascita o in quello in cui aveva la residenza o svolgeva la propria attività prima del trasferimento; la modifica in esame, rispondendo ai rilievi della commissione, sopprime pertanto l’individuazione soggettiva dell’agevolazione, ovvero la qualifica di cittadino italiano emigrato all’estero, legandola ad un criterio oggettivo non legato più alla cittadinanza”.

“Questa norma – denuncia Ricciardi – penalizza i connazionali residenti all’estero che vogliono investire in Italia, acquistando la loro unica abitazione e i residenti all’estero che ricevono per successione mortis causa dai genitori, la loro unica e sola abitazione che avranno in Italia, per quando vorranno tornare nel loro Paese di provenienza”.
Al Ministro Giorgetti, Ricciardi chiede di sapere “se il Governo sia al corrente della disparità di trattamento che si è venuta a creare, che ha escluso dai benefici legati all’imposta di registro per l’acquisto della prima casa i soggetti emigrati all’estero per ragioni diverse da quelle di lavoro e come intenda salvaguardare i citati soggetti penalizzati, con particolare riguardo ai figli che ereditano dai genitori una casa in Italia, che per essi costituisce unica e sola abitazione sul territorio nazionale”.