L’evoluzione del coronavirus è tuttora imprevedibile e non è quindi da escludersi che possano emergere nuove varianti pericolose. Per questo motivo il Parlamento ha deciso di prorogare sino a fine giugno 2024 alcune misure previste dalla legge COVID-19. In caso di necessità, le autorità potranno così intervenire rapidamente per proteggere le persone particolarmente a rischio e il sistema sanitario. Contro la proroga è stato chiesto il referendum.
Contesto
Grazie alla proroga resterà possibile importare e impiegare medicamenti che prevengono un decorso grave della malattia, anche se non ancora omologati in Svizzera. La Confederazione potrà poi continuare a rilasciare un certificato COVID-19, soprattutto se dovesse essere nuovamente richiesto per recarsi all’estero. Potrà inoltre obbligare i datori di lavoro a proteggere le persone particolarmente a rischio, ad esempio consentendo loro di lavorare da casa. Nell’eventualità di una chiusura delle frontiere, dovrà inoltre garantire l’ingresso ai frontalieri. In caso di bisogno, potrà infine essere riattivata l’applicazione SwissCovid. Se la proroga sarà respinta, tutte queste disposizioni decadranno a metà dicembre 2023.
Le ragioni del Sì
La legge COVID-19 è stata uno strumento importante per Confederazione e Cantoni, in quanto ha permesso loro di contenere la pandemia di COVID-19 e di attutirne l’impatto. Mediante la proroga, il Consiglio federale e il Parlamento si assicurano di poter ricorrere di nuovo, in caso di necessità,
a strumenti collaudati per proteggere le persone particolarmente a rischio e il sistema sanitario.
Le ragioni del No
Secondo il comitato, prorogare la legge COVID-19 è inutile e dannoso. La legge consente infatti di reintrodurre in qualsiasi momento misure discriminatorie. Un no alla proroga permetterebbe di ricompattare una società divisa e di tornare alla normalità.