Svizzera, salvezza e Albero della Riconoscenza
Il Notaio Raoul Luzzani era un uomo giusto. Elegante ma sobrio, colto e di profilo discreto, fu Presidente nel Novecento di molte istituzioni pubbliche e private in tutto il territorio comasco: dall’Ospedale Sant’Anna al Collegio Notarile e l’Opera Pia di Ossuccio, sempre in provincia di Como.
Era nato nel 1878 e tutta la sua famiglia proveniva da Pognana Lario, un paesino affacciato sul lago che guarda la Svizzera, un luogo dove tutti lo conoscevano e lo stimavano. Me lo immagino: alto e magro, con l’incedere calmo del gentiluomo d’altri tempi, in doppiopetto gessato, intento a passeggiare sul lungolago di domenica dopo la Messa in Duomo. Fedele ai suoi principi, il Notaio Luzzani era antifascista e tra i pochi Notai che il territorio di Como e Varese annoverasse.
Forse (ma non posso garantirlo) l’unico ad essere dichiaratamente contro il regime. Frequentava persone che la pensavano come lui e sicuramente avrà tremato all’arrivo delle truppe naziste in città, chiuso nel suo appartamento dove aveva anche lo studio, in Corso Vittorio Emanuele a Como.
Di certo non accettava la politica razzista ed antisemita che il governo fascista aveva imposto agli italiani di origine ebraica dal 1938. E certamente non avrebbe tollerato i propositi di sterminio ebraico che, dopo l’8 settembre 1943, i nazisti con l’appoggio del governo della Repubblica di Salò si preparavano ad attuare. E così, quando gli si presentò l’occasione, il Notaio Luzzani agì convocando due testimoni.
Redasse dunque un documento cruciale per la salvezza di un’intera famiglia ebraica: i Pardo di Bologna. In realtà l’idea di chiedere aiuto al Notaio era stata di Gemma Volli, intraprendente ed acuta insegnante triestina, zia del piccolo Lucio Pardo in fuga alla ricerca di salvezza con mamma Iris, papà Ferruccio e la piccola sorellina Ariella di appena tre anni. Tutti approdati a Como dopo una drammatica fuga da Bologna nella speranza di raggiungere la Svizzera. Gemma Volli sapeva che nessuno di loro sarebbe mai stato accolto come richiedente asilo presentando documenti falsi.
Una situazione paradossale
Che situazione paradossale: essere fuggiti con carte d’identità false e ritrovarsi poi al confine svizzero con la richiesta di un documento che attestasse l’identità ebraica… Per essere salvi, titolari del diritto all’asilo… Per sfuggire così alla deportazione e allo sterminio. Gemma Volli era consapevole di tutto ciò e – accertato che la sua famiglia stava per raggiungerla a Como – era stata aiutata da una rete di conoscenti che l’avevano condotta dal coraggioso Notaio antifascista.
Raoul Luzzani sapeva che la stesura di un simile documento avrebbe rappresentato la sua morte se i Pardo-Volli fossero stati catturati, ma avrebbe altresì rappresentato la Vita per il piccolo Lucio e la sua famiglia davanti alle Autorità svizzere. E non vacillò di fronte alla scelta.
Da Solzago dov’era rifugiato, il gruppetto di ebrei scese a lago, lo attraversò ed accompagnato da un paio di contrabbandieri iniziò la faticosa e pericolosa ascesa del Monte Bisbino fino all’agognata frontiera, segnalata da una rete metallica i cui campanelli trillavano ad ogni tenue soffio di vento. I Pardo e zia Gemma Volli ce la fecero e la oltrepassarono, con in tasca il prezioso lasciapassare per la salvezza. E una volta in territorio elvetico furono accolti e protetti fino alla fine della guerra.
Il Notaio Raoul Luzzani non fu mai scoperto e continuò a lavorare fino al 1971, data della sua morte. Quel documento fu determinante per agevolare l’ingresso in Svizzera e salvare così cinque vite umane. E se è vero che ”Chi salva una vita salva il mondo intero”, allora il Notaio Raoul Luzzani ha contribuito a salvare un universo!
Il coraggio del notaio Luzzani
Il 13 febbraio 2023 l’Ente Villa Carlotta, a Tremezzina sul lago di Como, ha voluto onorare il coraggio di un uomo, prima che Notaio, Revisore dell’Ente, Presidente del Collegio Notarile e molto altro. Un uomo la cui voce interiore ha contrastato la barbarie con una firma che ha portato la Vita. Il Notaio Luzzani ha saputo scegliere il Bene.
L’Ente Villa Carlotta ha ospitato un evento commemorativo importante culminato con la dedica di uno degli alberi secolari presenti nel giardino: un meraviglioso leccio antico, possente e proteso verso il lago e l’orizzonte, ben radicato nella sua terra e con la chioma frondosa che tocca il cielo.
Il “leccio Luzzani” affonda le radici nella concretezza e protende i rami verso l’infinito, proprio come il coraggioso Notaio comasco a cui si sono aggiunti i tre Alberi della Riconoscenza piantumati in Svizzera: a Bruzella il 10 settembre 2023 sulla Piazza della Chiesa; a Chiasso nel giardino delle Scuole Elementari e medie il giorno 11 e a Trevano il 12 settembre nei giardini del Centro Professionale Tecnico, tre sentinelle piantumate per vegliare sulla Memoria che deve continuare a camminare, accompagnate da tre targhe commemorative con qr code per scaricare tutta la storia della famiglia Pardo-Volli e i contenuti sempre in aggiornamento del Progetto “Il Ricordo e la Vita” .
Gli incontri a Bruzella, Chiasso e Trevano
I tre incontri sono stati diversi ma tutti molto emozionanti: a Bruzella era una domenica pomeriggio in cui faceva molto caldo e il pubblico cercava refrigerio nella scarsa ombra disponibile tra gli angoli e i portici della piazza, ma nonostante tutto ha mantenuto l’attenzione, stimolato dalle parole di Alberto Nessi che invitavano a riflettere su accoglienza, respingimenti ed eroismo; dalla toccante testimonianza del protagonista ormai ottantasettenne Lucio Pardo, l’allora bambino arrivato stremato a Bruzella in un giorno di fine novembre con la famiglia dopo momenti di interminabile paura, freddo e fame; ed arricchito dalle nozioni storiche di Adriano Bazzocco che hanno migliorato la conoscenza di quel drammatico momento nel territorio circostante e nell’ intera Europa. Generosa l’accoglienza del Sindaco Stefano Coduri e altrettanto generoso e ricco il buffet con cui il primo cittadino e l’amministrazione comunale hanno voluto onorare i partecipanti all’ evento.
A Chiasso invece siamo stati accolti in Aula Magna da un attento pubblico di studenti delle Scuole Elementari e Medie coordinati dal loro esuberante ed entusiasta Direttore, il Professor Marco Calò, fiero dei suoi “capolavori”, termine con cui indica i suoi allievi.
Il Console italiano Meucci e il Sindaco di Chiasso Arrigoni
Significativi sono stati gli interventi di Gabriele Meucci, Console Generale d’Italia a Lugano con il suo richiamo alla vigilanza, e quello di Bruno Arrigoni, Sindaco di Chiasso con il suo appello a non dimenticare. Anche qui le parole di Lucio Pardo hanno lasciato il segno e molte erano le mani alzate per fare domande e gli occhi puntati su di lui in attesa di saperne di più. In quest’occasione ho avuto il privilegio di conoscere una persona davvero speciale: Paola Reggiani Mauric, una delle insegnanti della Scuola, che con la sua fattiva presenza e nel breve ma incisivo intervento ha dimostrato a tutti noi cosa significhi essere insegnanti attraverso l’umiltà, il servizio verso gli altri, il senso del dovere e la passione.
Dall’ 11 settembre 2023 so di avere un’amica in più. Ha colpito poi molto gli studenti la serie di fotografie che lo storico Adriano Bazzocco e noi abbiamo proiettato: foto della famiglia Pardo, volti di rifugiati, foto di Chiasso a quei tempi e della propaganda antisemita in Europa e Italia. Foto e simboli che aiuteranno i giovani a non dimenticare. E infine l’ultimo giorno a Trevano, nell’ Auditorium del Centro Professionale Tecnico, sorto sul luogo dove c’era – poi demolito – l’imponente Castello che tra il 1944 e 1945 rappresentò il luogo di studio e lavoro per migliaia di profughi ebrei europei.
Il Castello di Trevano segnò l’ultima tappa in Svizzera per la famiglia Pardo e il luogo in cui tornò finalmente a riunirsi dopo spostamenti anche a Balerna, Rovio e addirittura nella Svizzera interna. A Trevano Ferruccio Pardo tornò a lavorare nel ruolo che aveva a Bologna – quello di Preside – il piccolo Lucio riprese a studiare e Ariella rivide finalmente la sua mamma dopo mesi di distacco. Nel suo messaggio supportato dalla proiezione di splendide foto di fiori del Giardino Botanico e preziosi interni della Villa, Maria Angela Previtera, Direttrice dell’Ente Villa Carlotta, ha ricongiunto i fili di questo cammino di Memoria e Riconoscenza partito proprio da Villa Carlotta, voluto dalla famiglia Pardo-Volli per ringraziare la Svizzera di averla accolta.
E da perfetta padrona di casa, rassicurante e autorevole, sempre con il sorriso sulle labbra Cecilia Beti, la Direttrice del Centro Professionale Tecnico, ci ha accolti dando la giusta importanza al messaggio e ai valori in esso contenuti. Cecilia ha organizzato questo memorabile evento in modo perfetto e a lei va il mio più sentito ringraziamento.
La testimonianza di Ariello Pardo Segre
Abbiamo tutti ascoltato la voce di Ariella Pardo Segre, la piccola rifugiata ora mamma e nonna che da anni vive in Brasile e che non ha potuto essere in collegamento con noi per via del fuso orario. Le sue parole di testimonianza e ringraziamento hanno tagliato l’aria e l’assoluto silenzio calato sulla platea: la forza della Riconoscenza è riuscita a commuovere lasciando un’orma indelebile nell’ anima di ciascuno di noi.
E infine, fedelmente accompagnata dalla sua tenera cagnolina ci ha seguiti in ogni tappa Micaela Goren Monti, Presidente della Goren Monti Ferrari Foundation di Lugano che da subito ha creduto in me e nel progetto “Il Ricordo e la Vita”, mettendosi a disposizione per donare i tre Alberi della Riconoscenza, sostenere e valorizzare questo importante percorso. Perché fondamentale è la “Memoria della Salvezza”, ma ancora di più è e deve essere fondamentale la “Salvezza della Memoria”, specie in un momento storico come quello che stiamo attraversando in cui nel guardare troppo in avanti rischiamo di perdere di vista da dove proveniamo. E nel dimenticare errori ed orrori del passato pericolosamente potremo ripeterli.
Paola Fargion | 10-12 settembre 2023