Sembra solo una battuta, ma l’idea di Beppe Grillo di togliere il diritto di voto agli anziani fa riferimento ad alcuni eventi politici, anche traumatici, che si sono verificati in alcuni Paesi. A cominciare dalla Brexit nel Regno Unito, che ha trovato negli anziani gli sponsor più numerosi. In Italia Salvini ha permesso a 150 mila lavoratori di andare in pensione con quota cento con un costo di venti miliardi di euro. Risorse sottratte alle nuove generazioni: scuola, lavoro e università.
Sono segnali che evidenziano che gli interessi degli anziani non sono gli stessi di quelli dei giovani. E gli anziani crescono anche di numero anno dopo anno.
Secondo un rapporto diffuso nel settembre dell’anno scorso dall’Organizzazione mondiale della sanità, in Europa si vive mediamente fino a 77,8 anni. In Svizzera la media supera gli 83 anni: un dato che pone la Confederazione in vetta alla classifica assieme al Lussemburgo. Nel complesso dell’Europa la speranza di vita media è di 77,8 anni: 81,2 per le donne e 74,6 per i maschi. La differenza tra i due sessi è di oltre 6 anni, ma in progressiva diminuzione (nel 2000 erano quasi 8).
Nel 2017 quasi un quinto (19 %) della popolazione dell’UE era composto di persone di età pari o superiore ai 65 anni. Si prevede che la percentuale di persone di età pari o superiore agli 80 anni risulterà più che raddoppiata nel 2080 e pari al 13 % della popolazione totale passando dal 5,5 % al 12,7 %.
Di conseguenza aumentano i costi pensionistici, sanitari e assistenziali. Per i partiti tradizionali sono un forte serbatoio di voti. Chissà se nei prossimi anni sorgeranno partiti di giovani contro gli anziani? Dopo la fine degli stati nazionali, arriverà la fine delle comunità…