È arrivata. Il 25 maggio 2018 è stata varata la nuova norma europea sulla privacy (la norma UNI 11697:2017), cioè sulla protezione dei dati dei cittadini dell’Unione Europea. Per questo motivo negli ultimi mesi siamo stati un po’ assillati dalle e-mail delle ditte che hanno il nostro contatto informandoci delle nuove condizioni sulla privacy. A cambiare sono le leggi: 99 articoli. I nostri diritti sono in questo modo tutelati maggiormente. Però le aziende registreranno una maggiore complicazione.
In effetti qualsiasi azienda con cui sottoscriviamo un contratto con i nostri dati personali, compresi anche i social network (società che sono attive solo in rete), dovranno dotarsi di un responsabile dei dati. Il regolamento (Gdpr) introduce delle chiare regole. Infatti, nessuno potrà trattare i nostri dati personali senza prima aver ottenuto il nostro consenso. Alcuni cambiamenti sono stati accolti molto positivamente, come il diritto di conoscere i propri dati. Tutti i consumatori da ora potranno chiedere dettagli sulle loro generalità o dati sensibili forniti. Cioè come vengono trattati e come sono stati ottenuti, inoltre le aziende dovranno per obbligo dare risposta. Inoltre, se i dati personali verranno utilizzati illecitamente si potrà fare richiesta di eliminazione.
Le aziende dovranno con un linguaggio preciso, chiaro e comprensibile, farci la richiesta di utilizzo dei dati personali, e fornire oltretutto il contatto del responsabile della protezione dati. Per questo motivo sono scomparse le clausole tecniche e scritte con caratteri troppo piccoli. Un altro regolamento è il principio di “accountability”, che prevede che il possessore dei dati sensibili li conservi in maniera corretta. Maggiore tutela verrà inoltre data ai minori di 16 anni, che per usufruire di servizi online (internet e social media) dovranno avere l’autorizzazione dei genitori o del tutore.
La maggior parte di noi consumatori concede il consenso dei dati sensibili senza rendersene conto o considerare bene il pro ed il contra, in special modo sulle apps telefoniche e Facebook, ma ora le cose sono cambiate. Per noi consumatori in bene e per le aziende non troppo, poiché avrebbero voluto un pò più di libertà nella linea di guida rispetto alla linea fissata dal Gdpr.