Saranno spesi milioni di Euro per i 5 Referendum sulla Giustizia in votazione il 12 giugno 2022. Per noi all’estero invece entro il 9 giugno i plichi devono arrivare nelle sedi consolari della circoscrizione di residenza.
Spendere milioni di Euro per dei referendum sconosciuti al 90% degli Italiani in Patria e all’Estero, non solo è uno schiaffo morale all’intelligenza di tutto un popolo (inteso come presa per i fondelli) ma è anche un colossale furto all’erario nazionale.
IL QUORUM 50+1 PER CENTO
La legittimità costituzionale non la metto in discussione, però il furto all’erario rimane. Milioni che potevano essere spesi diversamente per il bene di tutto un popolo in Patria e all’Estero, invece di bruciarli in questo modo. Purtroppo il rischio è la bassa affluenza, anzi è una certezza matematica.
Poiché questi referendum non raggiungeranno il 50%+1 degli aventi diritto di voto, sarà vanificata una tornata referendaria inutile. Morale della favola: come popolo Italiano prima siamo chiamati a eleggere Senatori e Deputati pagati profumatamente proprio per fare le leggi in Parlamento. Ma questi che fanno? Delegano ancora una volta al popolo il ruolo che avrebbero potuto comodamente svolgere loro nella sede deputata: Parlamento.
L’ARRIVO DEL PLICO ELETTORALE
Invece no, incuranti dell’enorme spesa è l’impatto negativo sugli aventi diritto di voto, fanno spendere altre risorse allo Stato per organizzare la tornata elettorale incomprensibile.
Poi pongono la domanda, perché la gente non va a votare, né in Patria, né all’Estero.
Irresponsabili due volte in tutta la loro interezza. Fatta questa lunga premessa, ora nella prossima settimana noi residenti all’Estero riceveremo il plico elettorale al nostro indirizzo (“là dove gli indirizzi sono corretti”) per esprimere la nostra preferenza. Personalmente invito tutti a esprimerla compiutamente.
PERCHÈ VOTARE NO
Dal momento che la collettività si porrà la domanda come devo esprimermi sui presenti quesiti referendari, personalmente invito tutti ad esprimersi con un secco NO. Questo NO non deve essere un no ai referendum, ma dev’essere un NO allo spreco finanziario e allo spreco di energie umane per mettere in piedi la complessa macchina elettorale.
Alla fine non si raggiungerà nessun risultato visto che il 50%+1 degli aventi diritto di voto non parteciperà al voto, non per mancanza di volontà, ma per l’incomprensione dei quesiti in votazione e alla poca sensibilizzazione messa in campo dagli addetti ai lavori.
Signore/Signori connazionali, il mio suggerimento è: votate e fate votare in massa un secco NO, non per i quesiti in oggetto, ma un NO per l’irresponsabilità di chi propone quesiti di difficile comprensione, sapendo che è una materia da risolvere in Parlamento e non nell’urna. Scaricare le responsabilità in un’urna vuota non è una bella trovata. A buoni intenditori, poche parole.
Giuseppe Ticchio, promotore per un NO istituzionale.