Le esportazioni di materiale bellico hanno registrato un aumento di 159,8 milioni di franchi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, passando da 356,8 a 516,6 milioni di franchi. Questo aumento è dovuto in particolare ad alcune grandi transazioni. L’esperienza mostra che le esportazioni di materiale bellico sono soggette a forti oscillazioni.
I cinque maggiori acquirenti sono stati il Qatar, che ha ricevuto materiale per un valore di 117,5 milioni di franchi, seguito dalla Danimarca con 101,7 milioni, dall’Arabia Saudita con 54,4 milioni, dalla Germania con 47,7 milioni e dal Botswana con 33,1 milioni.
Acquirenti in Africa, Medio Oriente ed Europa
In Qatar sono stati esportati principalmente sistemi di difesa antiaerea intesi a proteggere gli stadi durante i Mondiali di calcio che si svolgeranno nell’inverno del 2022. In Danimarca e Botswana sono stati esportati in particolare veicoli blindati del tipo Piranha e in Germania soprattutto munizioni, componenti per veicoli blindati, pezzi di ricambio per sistemi di difesa antiaerea nonché armi da fuoco portatili e armi corte.
Decisione di Berna per le armi all’Ucraina
Sulla base del principio di parità di trattamento previsto dal diritto della neutralità e della legge sul materiale bellico (LMB), le esportazioni di materiale bellico in Ucraina dalla Svizzera non possono in linea di massima essere autorizzate. Questo vale anche per le esportazioni tramite Paesi terzi.
La LMB prevede la possibilità per le imprese svizzere di partecipare alle catene del valore internazionali dell’industria degli armamenti. Il 3 giugno 2022 il Consiglio federale ha pertanto deciso che le forniture di componenti e assemblaggi restano possibili senza ulteriori limitazioni purché il loro valore rispetto al materiale bellico finito non oltrepassi una certa soglia e siano rispettati i criteri di autorizzazione di cui all’articolo 22a LMB. Sono quindi escluse esportazioni dirette verso l’Ucraina o la Russia.