Il primo a dare la notizia su Facebook è stato il membro del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero Gian Luigi Ferretti, residente in Danimarca, a Horsholm: “Il CDF (Comitato Difesa Famiglie) ha vinto la causa contro l’INCA – CGIL. La sentenza è esecutiva”.
“Nel 2009 a Zurigo – racconta il fondatore della rivista L’Italiano – esplose il caso della truffa da 37 milioni di euro. Il direttore del patronato Inca-Cgil si faceva trasferire sul conto corrente i risparmi dei pensionati italiani. La giustizia civile svizzera condanna il sindacato italiano a risarcire le vittime ma la Cgil chiude gli uffici per “fallimento” ed evita gli indennizzi. Per poi riaprirli, con altro nome”.
“Ora – sottolinea nel post alla fine – grazie al coraggio, alla costanza, alla testardaggine dell’ing. Marco Tommasini, tutti i truffati saranno risarciti dalla CGIL”.
Sull’argomento il quotidiano italiano Il Giornale ieri ha pubblicato un lungo articolo per raccontare la storia. “Oggi arriva la notizia che il tribunale civile di Roma ha deciso di condannare l’Inca (patronato della Cgil) a risarcire una delle vittime. Si parla di 237.892,69 euro a cui andranno aggiunti 15.300 euro di spese legali e gli interessi a partire dal 2010”. Una bella cifra.
Sicuramente la Cgil ricorrerà in appello per evitare di dover rimborsare tutte le altre persone che hanno perso gli averi di Cassa Pensione e pronte a avviare le cause come quella appena conclusa.