Su internet comperiamo sempre più merci o servizi. Per fare ciò è necessario identificarsi con nomi di utilizzatori, password ecc. Questo tipo di identificazione è attualmente libera da regole specifiche, nessuna garanzia di sicurezza è data dall’autorità federale.
Per colmare questa lacuna, il Consiglio federale e il Parlamento hanno elaborato la legge sull’identificazione elettronica (LSIe) che intende regolamentare l’identificazione delle persone su internet così da permettere a tutti gli attori della rete di essere certi dell’identità del proprio interlocutore.
Contro questa legge è stato lanciato un referendum. Cosa viene rimproverato alla nuova legge? Il comitato referendario contesta in particolar modo la gestione da parte di terzi (e non da parte dello Stato come avviene per il passaporto o la carta d’identità) di questo sistema di identificazione con un conseguente rischio di abuso dei dati.
Consiglio federale e Parlamento difendono il loro progetto affermando che sebbene la realizzazione tecnica sia effettivamente affidata a terzi (aziende, Cantoni, Comuni) la Confederazione ne rimane il solo garante.
La protezione dei dati è accresciuta, andando oltre i requisiti imposti dalla legge sulla protezione dei dati: nessun dato verrà infatti fornito senza il consenso dei titolari dell’Identificazione elettronica e le informazioni ottenute potranno essere usate solo in questo ambito d’identificazione.
Inoltre solo i dati necessari alla transazione (p. esempio se l’utilizzatore è maggiorenne o meno) saranno forniti e non tutti quelli disponibili sull’Ie. Infine nessuno verrà obbligato ad avere un’identificazione elettronica se non la desidera.