Stato di allerta per tutti gli stranieri in Svizzera. Si vota su un tema molto importante per la Svizzera e per i cittadini dell’Unione europea, perché il principio della libera circolazione delle persone consente di entrare in un paese membro dell’Ue o in Svizzera, cercare un impiego, risiedere e lavorare.
Una votazione popolare quindi molto delicata per la Svizzera quella del 27 settembre 2020. Se dovesse essere accettata l’iniziativa popolare promossa dalla destra svizzera rappresentata dall’Unione democratica di centro “Per un’immigrazione moderata (Iniziativa per la limitazione)”, conseguenze certe per i posti di lavoro e la prosperità del Paese. Si doveva votare il 17 maggio, ma è stata posticipata a causa della crisi dovuta al coronavirus.
In base all’Accordo sulla libera circolazione istituito il 21 giugno 1999 e accettato dal popolo svizzero nel maggio 2000 con il 67,2%, i cittadini svizzeri e quelli dell’UE possono scegliere liberamente il luogo di lavoro o di soggiorno nel territorio delle parti contraenti. Protocolli di intesa che via via sono stati estesi ad altri stati che hanno aderito all’Unione europea: Cipro, Malta, Bulgaria, Romania e Croazia nel 2017.
Gli svizzeri sono orientati verso un netto no alla modifica degli articoli costituzionali 121 e 197 che sanciscono “l’Accordo del 21 giugno 1999 tra la Confederazione Svizzera, da una parte, e la Comunità europea ed i suoi Stati membri, dall’altra, sulla libera circolazione delle persone cessi di essere in vigore entro dodici mesi”.
In uno degli ultimi sondaggi quasi il 70 per cento respingerà l’iniziativa dell’Udc. Il Consiglio federale, il Parlamento, i Cantoni e le parti sociali respingono l’iniziativa per la limitazione.