Alla presenza dell’autore Barcella, dell’On. Toni Ricciardi e del Direttore nazionale dell’ECAP, Guglielmo Bozzolini, la discussione che ha visto una importante partecipazione anche da parte degli attuali studenti della scuola E. Fermi, ha preso il via dalla preziosità dei materiali scolastici conservati presso gli archivi delle scuole “Enrico Fermi” di Zurigo e “Dante Alighieri” di Winterthur. Una riflessione su centinaia di scritture scolastiche, realizzate in epoche diverse da alunne e alunni italiani, da cui Barcella è partito per analizzare le difficoltà, gli stati d’animo, le emozioni dei giovani italiani che hanno sviluppato il proprio percorso scolastico in scuole private create grazie all’azione dell’associazionismo italiano organizzato dell’epoca.
Le motivazioni personali e il contesto politico-sociale che hanno spinto lavoratori e lavoratrici italiani/e a favorire lo sviluppo di queste scuole, insieme ai cambiamenti culturali che hanno interessato la comunità italiana in Svizzera, sono stati gli argomenti di tutti i relatori, stimolati dalla moderazione di Giuliana Tedesco, Vicedirettrice dell’ECAP che ha sollecitato anche l’intervento dei giovani alunni presenti in sala. La particolare condizione dei figli e delle figlie del terremoto dell’Irpinia, di cui il 23 novembre, ricorrerà il 44esimo anniversario, che furono accolti oltre Alpi anche nelle aule della scuola E.Fermi, è stata al centro dell’intervento dell’On.Ricciardi che ad essi ha tributo un capitolo del volume, assumendoli quali paradigma di un Italia fondata sulla migrazione.
Le condizioni per le quali la comunità italiana organizzata negli anni sessanta e settanta ha creato scuole e strutture private e i cambiamenti, invece, intervenuti in questa stessa comunità, insieme al futuro stesso di organismi simili sono state analizzate nell’intervento del Direttore dell’ECAP Bozzolini che insieme a Giuliana Tedesco ha ricordato anche le ragioni che spinsero la FONDAZIONE ECAP ad acquisire la gestione della scuola E. Fermi di Zurigo nel 2014.
Sul futuro dei plessi scolastici italiani presenti a Zurigo e in generale in Svizzera è intervenuta anche la Dirigente scolastica Claudia Curci auspicando un potenziamento della presenza scolastica italiana.
Come emerso anche dagli interventi del pubblico “Scolari ospiti. Italiani a scuola in Svizzera” dedicato alla memoria di Leonardo Zainer e di Padre Gaetano Tassello rappresenta uno strumento prezioso per analizzare tanto le trasformazioni sociali intervenute nella comunità italiana in Svizzera, quanto le attuali aspirazioni e desideri dei giovani italiani che oggi vivono nella Confederazione elvetica, ancora probabilmente scissi nella dicotomia identitaria tra il non sentirsi appieno svizzeri, ma neppure totalmente italiani.
Un nodo identitario che lungi dal voler risolvere in modo univoco e definitivo, il volume di Barcella ci permette di indagare con la profondità della ricerca condotta e la Sapienza di lasciare aperti interrogativi che hanno segnato e segnano la storia migratoria delle e degli italiane/i in Svizzera.