Stefano Colli e i suoi “Aquiloni”

aquiloniGli esseri umani unici come aquiloni guidati dal vento. "Aquiloni" è l’album di esordio di Stefano Colli, che arriva dopo l'uscita dei singoli "Crudele" e "Guarda la notte" e dopo le esperienze televisive del Festival di Castrocaro (RAI 1) e di The Voice of Italy (RAI 2 nel Team di Gigi D'Alessio). Ph. Riccardo Sarti

Uscito in radio e negli stores il 5 Febbraio, “Aquiloni” è il singolo lancio dell’omonimo album d’esordio di Stefano Colli, classe ’89 con un passato ricco di esperienze nel mondo del teatro e della televisione (Festival di Castrocaro e The Voice of Italy 2019).

Il brano è accompagnato dal video (in anteprima dal 12 febbraio su SkyTG24 e dal 15 su YouTube https://youtu.be/uM81IRo-SIU), girato tra i colli bolognesi ed i laghi di Suviana e diretto da Riccardo Sarti.

Un primo lavoro estremamente variegato e pluriartistico, che ben rispecchia la personalità di Stefano. Si presenta con un singolo dal titolo molto suggestivo che vuole trasmettere un messaggio chiaro e profondo: siamo unici “come aquiloni guidati dal vento”. Ce ne parla Stefano stesso…

 

Qual è il tema del brano “Aquiloni”?
Possiamo definire “Aquiloni” un inno all’unicità dell’essere umano e alla continua ricerca del senso profondo della vita. Nell’immaginario collettivo l’aquilone rappresenta la libertà, ma nel testo diventa emblema dell’essere umano: l’uomo è un aquilone che percorre il suo tragitto, il cammino della vita, evolvendo ad ogni incontro, evento, esperienza, bella o brutta che sia, ma restando libero e sempre più consapevole della propria identità ed unicità.

Il testo è sia un appello che una rivendicazione di tale libertà e, al contempo, della necessità e del diritto di proteggere la bellezza che ancora rimane in noi e attorno a noi. E’ un’idea che nel video viene ben rappresentata dai due protagonisti (io e Rebecca Pecoriello, che non solo duetta con me nel brano, ma ne è anche co-autrice, insieme al M° Giancarlo di Maria) che si rincorrono, lasciando all’altro oggetti di vario genere, tracce del proprio passaggio, senza però incontrarsi mai.

In quest’album ti avvali di molte collaborazioni importanti, cosa ti ha lasciato ciascuna di esse?
Le collaborazioni hanno sempre rappresentato un aspetto molto importante del mio lavoro, perché trovo siano una grande opportunità per incontrare un universo artistico diverso dal proprio e comunicare con esso. Si tratta ogni volta di una grande occasione di crescita.

Con Iskra Menarini ci conosciamo da tantissimi anni, con lei ho condiviso tantissime esperienze, calcato per la prima volta palcoscenici importantissimi, gestito una scuola di musica e grazie a lei ho conosciuto quel genio senza tempo di Lucio Dalla. Ci tenevo moltissimo che fosse presente anche nel primo progetto discografico e lei ha accolto subito la proposta con grande entusiasmo e disponibilità a mettersi in gioco.

Con Rebecca ci siamo conosciuti a Verona durante l’allestimento di uno spettacolo teatrale che abbiamo portato poi in tour per due anni in giro per l’Italia. E’ nato da subito un rapporto di amicizia meraviglioso, e ovviamente tra noi c’è grande stima e sintonia artistica. Proprio durante questo periodo Rebecca ha scritto due dei brani contenuti nel disco: “Aquiloni”, appunto, e “M’innamoro al buio”. Sono nati entrambi dai momenti che abbiamo vissuto insieme e dalle esperienze che ci siamo raccontati e donati a vicenda tra il camerino di un teatro e un spritz davanti all’Arena!

Per quanto riguarda Giò di Tonno e Ivano Marescotti invece, ci eravamo incontrati in diverse occasioni ed eventi, ma non li conoscevo personalmente. Si tratta di due artisti immensi che stimo e seguo da sempre e, attraverso la loro presenza, mi hanno fatto un regalo incredibile.

Progetti per il futuro?
Uno degli obiettivi più prossimi è quello di ripartire in tour con “Il Gruffalò”, uno spettacolo prodotto da Fondazione Aida di Verona con la regia di Manuel Renga. Si tratta di una commedia musicale tratta dal bestseller di Julia Donaldson e Axel Sheffler tradotto in oltre 30 lingue in tutto il mondo. Nonostante il periodo drammatico e terribilmente incerto, ho avuto la fortuna di lavorarci durante quei pochi mesi in cui i teatri sono stati aperti, ad agosto e ottobre 2020.

Naturalmente voglio assolutamente continuare a promuovere questo progetto discografico a cui tengo tantissimo: voglio far volare questi “Aquiloni” il più a lungo possibile.

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