I francesi spendono 1,4 per cento del loro bilancio domestico per la spesa sanitaria. La Svizzera il 5,3 per cento. Quasi quattro volte in più. Anche in Italia non si scherza. Pur se vige l’assistenza sanitaria universale, tra ticket e visite specialistiche, il paziente che ricorre al servizio sanitario italiano spende annualmente il 3 per cento del suo bilancio.
In Germania, Regno Unito e Lussemburgo si spende poco più della Francia (1,5%). Altro Paese dove i pazienti sono salassati è la Grecia (4,4%). Questi sono i dati dell’ultima ricerca condotta dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). Negli Stati Uniti la spesa individuale si aggira al 2,5 per cento, mentre in Australia il 3,1 per cento. In Spagna si spende il 3,6 per cento, poco più che in Belgio (3,2%).
In Svizzera, Paese al quale spetta il primato dei costi maggiori per le tasche del cittadino, tutti concordano che bisogna spendere di meno. Come? A cominciare dalla riduzione dell’assicurazione malattia individuale: il premio è indipendente dal reddito, ma varia in base all’età. I più giovani pagano meno degli anziani!
Per contrastare l’aumento costante dei costi a carico dei cittadini elvetici, è in preparazione una iniziativa popolare che sarà posta in votazione il cui testo prevede di ancorare nella Costituzione federale il tetto massimo dei premi pari al 10 per cento del reddito di ogni assicurato.
Ammalarsi costa ovunque. Sia per il cittadino che per il sistema sanitario.