Si sgonfia la “manovra del popolo”

di-maio-salviniLa legge di bilancio 2019 del governo italiano a guida M5S e Lega delude le attese per il reddito di cittadinanza.

Oltre 6 milioni di cittadini italiani si attendevano il reddito di cittadinanza e poi l’avvio al lavoro. Non sarà così. La platea si restringe a 6/700 mila cittadini. Il 10 per cento, forse. Il governo giallo-verde è riuscito a trovare un mini accordo parziale su pensione e reddito di cittadinanza proposti dai grillini e quota cento per le pensioni voluta dai leghisti. Da aprile 2019 si potrà chiedere il Reddito di cittadinanza firmando un patto per il lavoro con i Centri per l’impiego che impone l’impegno alla formazione, alla ricerca attiva del lavoro e all’accettazione di offerte di lavoro congrue e si potrà andare in pensione se si sono raggiunti a fine 2018 almeno 62 anni di età e 38 di contributi e nello stesso mese (non sono cumulabili gli anni con reddito da lavoro dipendente e autonomo).

ESCLUSI GLI ITALIANI CHE SONO STATI ALL’ESTERO
Il reddito verrà erogato a chi è in possesso della cittadinanza italiana o di paesi facenti parti della Ue o che hanno sottoscritto accordi bilaterali di sicurezza sociale residenti in Italia in maniera continuativa “da almeno 10 anni al momento della presentazione della domanda”. Non è chiara la posizione degli italiani che sono stati residenti all’estero e che sono rientrati in Italia da meno di 10 anni. I parlamentari del Pd eletti all’estero hanno denunciato questa “grave discriminazione”.

ISEE INFERIORE A 9.360 EURO
Il reddito di cittadinanza può essere percepito “per un periodo continuativo non superiore ai 18 mesi” in possesso di un Isee (Indicatore situazione economica equivalente) inferiore ai 9360 euro annui; un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore ad una soglia di 30mila euro; un valore patrimoniale mobiliare non superiore ai 6mila euro, soglia accresciuta di 2000 euro per ogni componente familiare, fino a un massimo di 10mila euro, e di 5000 euro per ogni componente con disabilità.

ACCETTARE LAVORO IN TUTTA ITALIA
Inoltre, la prima offerta di lavoro sottoposta entro i primi sei mesi al beneficiario del reddito potrà arrivare al massimo da 100 km di distanza dalla residenza. La bozza fissa poi a 250 km la distanza per la seconda proposta, da sottoporsi fra il 6° e il 12° mese. A partire dal 12° mese l’offerta potrà essere quindi sottoposta da tutta Italia, purché il beneficiario sia in nuclei familiari senza minori e senza disabili. Nel secondo ciclo di reddito di cittadinanza (dal 19° al 36° mese), si legge, “tutti, anche con figli minori devono accettare l’offerta di lavoro su tutto il territorio nazionale, pena la decadenza del beneficio”.

REDDITO EROGATO CON CARTA RDC
Oltre ad “accettare almeno una di tre offerte congrue”, nella bozza vengono elencati anche una serie di ‘obblighi’ come “accettare di essere avviato ai corsi di formazione o di riqualificazione professionale” e “sostenere colloqui psicoattitudinali e le eventuali prove di selezione finalizzate all’assunzione. Come si può capire, non è un reddito di cittadinanza ma un assegno sociale per l’estrema povertà. I soldi non sono erogati cash, ma attraverso la carta Rdc che permette di effettuare prelievi di contante entro un limite mensile non superiore ad euro 100 per un singolo individuo. Gli altri potranno essere spesi in beni di consumo.

PENSIONI DI CITTADINANZA QUASI INESISTENTI
Per la pensioni di cittadinanza a 780 euro mensili si parla di poco più di 550 mila nuclei familiari. Solo se il reddito familiare sarà sotto i 9.360 euro annuali, e non si avranno immobili di valore superiore a 30mila euro oltre la casa di abitazione, si avrà diritto al sussidio. In secondo luogo dall’assegno dovrà essere scomputato un affitto simbolico nel caso in cui l’anziano abbia una casa di proprietà. Sarebbero quindi scontati 280 euro, e l’integrazione sarebbe di massimo 500 euro, cifra di fatto inferiore all’assegno minimo attuale di 507 euro.
Queste tre misure tendenti a rinnovare parte dello stato sociale dell’Italia contengono tanti ostacoli che disincentivano il cittadino ad avviare le pratiche per usufruirne e l’amministrazione a verifiche e lungaggini che portano a spazientire i cittadini.