Negli anni della II Guerra Mondiale, la Svizzera rappresenta per gli abitanti del Nord Italia, e moltissimo per i Milanesi, il modo per potersi salvare dalle persecuzioni razziali fasciste. Tanti i racconti di coloro che riescono a salvarsi, accolti oltre il confine italiano, e altrettanti i racconti di coloro che verranno respinti dalla Svizzera stessa.
Tra queste storie basti pensare a quella di Liliana Segre e di suo padre Alberto, che, respinti, finiranno ad Auschwitz. Con questa mostra si vogliono portare a Milano le storie di un gruppo di sopravvissuti svizzeri, raccontate attraverso ritratti fotografici e testi, testimonianze, spiegazioni, che riportano luci ed ombre di uno Stato che vuole elaborare la propria Memoria.
Nel focus di questa mostra ci sono grandi fotografie (con volti segnati dalla storia della vita), filmati e racconti di alcuni sopravvissuti, che nati in Paesi diversi oggi vivono tutti in Svizzera, dove hanno trovato la loro nuova patria.
Realizzata giustamente a fianco del famoso binario 21 della Stazione Centrale di Milano (quello da cui partivano i carri ferroviari con i deportati destinati ai lager nazisti), la mostra spiega ai visitatori (e soprattutto alle giovani generazioni) a cosa può portare l’antisemitismo e il razzismo.
“È avvenuto e quindi potrebbe accadere di nuovo: questo il nocciolo di quanto abbiamo da dire”. Queste sono le parole (sulla tragedia dell’Olocausto) dello scrittore Primo Levi, sopravvissuto al campo di sterminio nazista di Auschwitz.
I superstiti dei vari lager e campi di lavoro sanno che la storia si può ripetere, perché hanno visto con i propri occhi di cosa è capace l’uomo. Per questo va mantenuta viva la memoria di quanto accaduto, e da questa convinzione è nata la mostra “The Last Swiss Holocaus Survivors”.
Memoriale della Shoah, Piazza Edmond J. Safra 1 (già Ferrante Aporti 3) Milano. Fino al 27 giugno 2019!