La serata è iniziata con un discorso introduttivo della Presidente del Com.It.Es. di Ginevra, Ilaria di Resta, che, dopo i saluti ai presenti e al reggente del Consolato Generale d’Italia Calogero Massimiliano Caputo, ha ricordato le celebrazioni della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, nel cui ambito l’ACAS ha promosso l’evento in argomento, portando il saluto e il messaggio del Consigliere Federale Ignazio Cassis, tramite un video istituzionale.
La stessa ha quindi presentato la conferenziera Lucia Russo, laureata in Scienze Politiche nel 1988 a Catania, città in cui risiede, la cui attività giornalistica è iniziata nel 2006 su temi legati all’architettura e alle arti visive, all’ambiente e al settore sociale, ed è oggi dedita ad ambiti strettamente culturali, con particolare riguardo alla letteratura (recensioni, presentazioni, interviste ed articoli). Attualmente, Lucia Russo collabora con le testate “La Sicilia”, letteratitudine.it, fattitaliani.it ed è curatrice e autrice su L’EstroVerso della rubrica di critica letteraria “Il romanzo abita qui”.
Autrice dal 2010 di vari racconti confluiti in raccolte antologiche di diversi editori, e della silloge poetica “Identità” (Algra editore, 2015), è approdata al romanzo a dicembre 2021 con “Il presagio del pipistrello rosso” (Algra Editore), romanzo di fantascienza sociologica scritto a quattro mani insieme a Maria Pina Crifò Antonello.
Nominata nel 2021 Ambasciatrice della lettura dal Centro del libro e della lettura del Ministero della Cultura, ha preso parte a giurie letterarie e teatrali, e curato libri come correttrice di bozze ed editor.
Il Presidente ACAS, Vincenzo Bartolomeo, ha quindi rivolto il suo saluto alla platea ed espresso l’avvio, con tale conferenza, del progetto di promuovere da qui in avanti una serie di incontri letterari.
Con grande professionalità, la conferenziera ha sottolineato l’importanza di due giganti della letteratura italiana della seconda metà del Novecento, evidenziando l’eredità letteraria, linguistica e di pensiero critico da essi lasciata.
Dopo una breve introduzione sulle opere principali e sulle figure letterarie di Leonardo Sciascia e Andrea Camilleri, la giornalista ha esplorato le motivazioni della loro rilevanza, mettendo a confronto i due autori per evidenziare comunanze e differenze, nei temi, nelle influenze di altri scrittori, nello stile narrativo e nelle peculiarità linguistiche, evidenziando come e se gli stessi utilizzassero espressioni, termini e strutture sintattiche della lingua siciliana. Ha anche discusso la percezione del siciliano come lingua (piuttosto che dialetto regionale) e la sua preesistenza rispetto alla lingua italiana.
Nella sua presentazione, la dott.ssa Russo ha fatto riferimento alle opere dei due autori per illustrare le sue affermazioni, ha mostrato dati sui libri italiani più tradotti, ha fatto riferimento a testi specifici e condiviso alcuni aneddoti rappresentativi della personalità di questi autori.
Di Leonardo Sciascia (Racalmuto, 8 gennaio 1921 – Palermo, 20 novembre 1989), scrittore, giornalista, saggista, drammaturgo, poeta, politico, maestro di scuola elementare e critico d’arte, rimane la grande qualità narrativa e letteraria, insieme alla statura di intellettuale.
Primo scrittore a raccontare il fenomeno mafioso in libri come “Il giorno della civetta” (1961) o “A ciascuno il suo” (1966), si definì uno scrittore “impegnato”, ebbe sempre “la verità” come tema centrale della scrittura e delle sue ricerche storiche, assertore della “circolarità tra letteratura e realtà”. La sua vocazione fu quella non del letterato puro, ma dello scrittore-critico-saggista militante che informa e si informa sulla realtà per cambiarla. Il suo linguaggio s’ispirò – come egli stesso dichiarò – alla scrittura di certi francesi del Settecento: Diderot, Voltaire. Quanto al colorito della lingua, egli perseguì l’uso di un italiano lontano dalla sintassi dialettale e privo di sicilianismi, diversamente da Camilleri.
Andrea Camilleri (Porto Empedocle, 6 settembre 1925 – Roma, 17 luglio 2019), scrittore, sceneggiatore, regista teatrale e drammaturgo italiano, ha lasciato l’irresistibile capacità di narrare storie che richiamano le tradizioni dei narratori siciliani. Di grande successo nel mondo, consacrato dai gialli del Commissario Montalbano, alla data della sua morte vanta ben 10 milioni di copie vendute dei suoi libri, con oltre 100 romanzi tradotti in circa trenta lingue.
Le scelte linguistiche di A. Camilleri sono state presentate da Lucia Russo come l’aspetto centrale della sua produzione letteraria. La contaminazione del testo italiano con termini del dialetto siciliano ha dato origine a una sua personale struttura linguistica che, nonostante le critiche ricevute e gli ostacoli frapposti, egli mantenne anche a costo di non pubblicare, perché il dialetto, nella sua concezione costituisce un valore aggiunto all’identità della sua opera. A supporto di tale affermazione, Lucia Russo ha fornito il video dal titolo: La Lingua e la Cultura italiane sono tutto” in cui egli stesso espone il suo pensiero.
L’evento è stato condotto in uno stile colloquiale e comunicativo, con l’obiettivo di dimostrare in modo chiaro quanto affermato e di fornire indicazioni concrete a chi fosse interessato alla lettura delle opere dei due autori. Il linguaggio utilizzato è stato semplice e comprensibile a tutti.
Alla fine della presentazione, nella fase più conviviale, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di porre domande, condividere osservazioni e chiedere consigli sulla lettura delle opere di Sciascia e Camilleri.
Con questo evento, l’ACAS si è inserita con successo nelle organizzazioni di eventi culturali di rilievo, contribuendo a rappresentare la Sicilia nel Cantone di Ginevra.
La Redazione “La Notizia di Ginevra”