Un libretto di 45 pagine di Maria G. Volant in cui si affrontano i temi essenziali per l’oggi delle partenze (migranti, emigranti, cervelli in fuga) e i temi dell’accoglienza nei paesi dove si fa scalo, poi c’è chi parte, le donne per lo più, che si staccano dal nucleo familiare perché oggetti di violenze domestiche: tutto questo lascia il segno nello spirito e nelle sensibilità.
Questo “segno” o questa “ferita” viene un po’ messa in luce nei piccoli testi del libro e al di là del tempo queste tracce lasciano coloro che viaggiano in un mondo a parte, dove c’è dialogo e partecipazione, dove si critica, ci si scambiano esperienze.
Il tempo delle ombre: fedeli e senza colpe seguono i corpi e a volte richiedono la loro libertà. Di questo si tratta nel saggio di M. G. Volant. Esse sono mute e Maria G. Volant ha cercato di dar loro la parola. Nel suo racconto diventano, assumono, parlano e affrontano la sofferenza dei corpi battuti delle donne, dei migranti che affrontano l’erranza.
Protagonisti, via Internet e il suo mistero, un’ombra di donna che si piega alla violenza dell’amante ma che però si rialza, allungandosi al tramonto del loro amore per slanciarsi verso la rinascita. Le ombre dei migranti ripercorrono i luoghi della vita e narrano il loro viaggio possibile, l’unico, nel paese che li ha accolti.
“Fuga dei cervelli”, la nuova emigrazione, ma soprattutto il viaggio iniziatico di ombre intelligenti educate dal dolore e dal desiderio di conoscenza, così come il mito dell’eterno viaggiatore omerico ci insegna. Ascoltiamo le ombre visto che non siamo più capaci di ascoltare l’altro di noi.